PIVA, CCPB: «IMPATTO DEVASTANTE SUL BIOLOGICO DALL’ENTRATA IN VIGORE DEL NUOVO SISTEMA SANZIONATORIO»

PIVA, CCPB: «IMPATTO DEVASTANTE SUL BIOLOGICO DALL’ENTRATA IN VIGORE DEL NUOVO SISTEMA SANZIONATORIO»
"L'entrata in applicazione del Decreto Ministeriale del 20 dicembre 2013, relativo al nuovo quadro sanzionatorio per il settore biologico, (a far data dallo scorso 01.03.2014 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 10.02.2014), avrà un impatto devastante sul settore: non contribuirà a limitare quelle situazioni di frode che negli ultimi anni hanno rischiato di danneggiarne irrimediabilmente la credibilità e l'immagine". Lo dichiara Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB, in un editoriale pubblicato sulla Newsletter CCPB di questo mese, che Italiafruit News pubblica qui integralmente.
"Non entro nel dettaglio tecnico. Già in precedenti interventi avevamo suggerito di rivedere l'RT 16 di Accredia, evitando di intervenire così pesantemente sul quadro sanzionatorio, già di per sé efficace e tale da garantire la giusta gradualità delle sanzioni in base alla gravità delle non conformità.
È sufficiente soffermarci sul fatto che, in base ai dati 2013 desunti dagli Organismi aderenti a Federbio, su 9.276 richiami 9.136 sono elevati a diffida, 34 a soppressioni e 106 sono scomparsi, mentre su 4.243 diffide 880 sono scomparse, 2.785 sono rimaste allo stesso livello, 610 elevate a soppressioni e 49 a sospensioni. Si aggiunga che la sospensione è da applicarsi all'intera unità produttiva e non all'appezzamento o alla linea produttiva così come accade nei sistemi certificativi accogliendo il principio della "riduzione" dello scopo della certificazione. Inoltre, la prescrizione vale solo per le "inosservanze", nuova categoria di non conformità che da luogo alla sola diffida, e non per le irregolarità e le infrazioni; anche i delitti di mafia vanno in prescrizione, non ovviamente gli operatori del biologico che devono scontare un'enorme pena per il solo fatto di aver fatto questa inopportuna scelta! Le recidive, invece, valevoli solo per le irregolarità e le infrazioni, vengono considerate tali in caso di ripetizione di una non conformità appartenente alla stessa area, così come raggruppate nell'allegato I del DM in questione, e non alla ripetizione della stessa non conformità così come avviene per qualsiasi altro sistema di certificazione; anche in questo caso non si capisce la scelta vessatoria. L'errata compilazione di un programma annuale di produzione e la mancata correzione (trattamento della non conformità), entro 40 gg dall'informazione ricevuta dall'organismo di certificazione comporterà la soppressione delle indicazioni biologiche che, nel caso specifico, non è ben chiaro cosa si debba sopprimere.
Se, poi, la non conformità viene rilevata da parte di un organo di controllo ufficiale, l'organismo di certificazione, che ha stipulato con l'operatore un determinato contratto fra le due parti, è costretto dal decreto ad applicare la conseguente sanzione senza avere la possibilità, in forza della titolarità del contratto, a verificare se la non conformità era giustificata e confermata. Posso assicurare che non è la prima volta, e può accadere a tutti, che la non conformità possa essere rilevata per errore.
Per esigenze di spazio non posso dilungarmi sulla lunga serie di conseguenze negative che l'applicazione di tale decreto potrà comportare per uno dei pochi settori produttivi che in Italia sta crescendo in uno dei momenti economicamente più difficili.
Desidero solo raccomandarvi di leggere l'articolo che segue (clicca qui per leggerlo) che delinea l'impazzimento burocratico cui saranno chiamati produttori e organismi di certificazione a seguito dell'impostazione del meccanismo di gestione delle non conformità (di ogni tipologia di non conformità!) con mail, fax, raccomandate e PEC che per la medesima non conformità dovranno scambiarsi per giungere alla "chiusura" della non conformità. Ricordo che oltre il 95% degli operatori certificati non conosce il meccanismo ed i termini: trattamento, proposta di azione correttiva, attuazione dell'azione correttiva, verifica della sua efficacia, ecc.
Tutto ciò porterà ad un incremento dei costi senza un analogo aumento della garanzia perché la maggior parte dei problemi li avremo per non conformità puramente documentali; era sufficiente fare un'analisi delle tipologie di non conformità riscontrate nell'ultimo quinquennio e rendere più stringente il meccanismo di valutazione delle non conformità soprattutto per quelle che avevano dato esito a soppressioni, sospensioni e revoche. Invece, in obbedienza al mantra "si deve ridurre la burocrazia", di ridurla effettivamente, l'abbiamo aumentata con il rischio che nell'arco di un anno e mezzo rischiamo di mettere fuori dal sistema un terzo degli operatori per questioni puramente documentali e non sostanziali.
L'unica richiesta tesa a evitare che un'azienda espulsa, per vari motivi, stesse fuori dal sistema per almeno 12 mesi, non è stata accolta con la motivazione che le aziende fuori dal sistema regolamentato del biologico non possono essere soggette allo stesso. Peccato che in questo modo tali aziende rimarranno di fatto sempre dentro il sistema e useranno la "porta girevole" chiudendo impeccabilmente le non conformità e facendo il "tour" degli organismi di certificazione.
Da ultimo, e non certo per importanza, il quadro sanzionatorio imposto dal recente Reg CE 392/2013 è una sorta di arlecchino, in ogni paese dell'UE troviamo situazioni fra le più diversificate e tutt'ora non in vigore poiché la maggior parte dei paesi non potevano godere di un quadro quale quello che avevamo con l'RT 16. Con questo quadro sanzionatorio i nostri operatori, al confronto con gli omologhi europei, si troveranno in condizioni competitive ridotte limitando di fatto la libera circolazione delle merci, quelle italiane si intende.
Meglio sarebbe stato aggiornare l'RT 16, in ossequio al 392/2013, ed impegnarsi contestualmente in sede UE per definire un quadro sanzionatorio omogeneo. Ma, purtroppo, così va l'Italia e chi si occupa di questi aspetti spesso non conosce il settore con le sue dinamiche e i suoi problemi".

A cura di FABRIZIO PIVA – Amministratore Delegato CCPB