Attualità
NUOVE SOLUZIONI ARCHITETTONICHE PER IL MELETO AL CENTRO DI UN SEMINARIO DI STUDIO DEL CRESO
Ieri e oggi il Centro sperimentale del CResO ospita un seminario di studio sulle nuove architetture del meleto. Si sono dati appuntamento a Manta (Cn) i ricercatori delle Regioni francesi della Savoia e della Provenza (Stazione sperimentale SEFRA di Valence/Grenoble) e tecnici delle rispettive Charmbres Agriculture (Bruno Hucbourg), della Valle d’Aosta (Morgan Diemoz, Institut Agricole) e della Fondazione Edmund Mach (Alberto Dorigoni) di San Michele all’Adige (Tn). La partecipazione è a invito, riservata ai 50 ricercatori e tecnici delle quattro regioni melicole, tra le più avanzate a livello europeo.
Una decina di anni fa si era costituito un gruppo di lavoro – MAFCOT – per la diffusione di un nuovo concetto di distribuzione/gestione della fruttificazione del melo (taille longue, extinction). Partito dalla Francia/Val d’Aosta/Piemonte questo movimento ha rivoluzionato il modello di meleto. Branche fruttifere gestite in “taille longue” (potatura lunga) e poi “extinction”, intorno ad un asso centrale, hanno alzato l’asticella della qualità dei frutti, ma anche migliorato le performance produttive. La riduzione degli interventi cesori – meno forbici in frutteto – andava però compensata da un perfetto diradamento dei frutticini per regolare il carico produttivo.
Oggi che si tende a sostituire il diradamento “chimico”, con quello meccanico perché più eco-friendly, ma anche per la costanza dell’efficacia, il gruppo di tecnici che lavora su fisiologia e architettura del meleto ha pronte idee nuove. Una parete fruttifera più sottile, che agevoli l’azione dei flagelli diradanti. La parete più sottile (si passa da 1,80 a 1,0 m) si ottiene con branchette fruttifere più corte, rinnovabili, che non si espandono perché inserite su assi ravvicinati. Da un asse centrale al bi-asse (noto con il marchio bibaum®). Ne vengono fuori diverse soluzioni, inimmaginabili fino a qualche anno fa’. Si infittisce tra i filari, le pareti sottili consentono la meccanizzazione del diradamento, ma anche della potatura verde. I vantaggi?
- Maggior penetrazione della luce all’interno della chioma: + radiazione luminosa = frutti + colorati. Lascio immaginare l’interesse per i melicoltori piemontesi che stanno lanciando l’IGP Mela Rossa Cuneo.
- Riduzione degli interventi “chimici” e manuali. Un melo più eco-sostenibile, intendo per eco- sia l’ambiente, sia l’economicità dei costi di gestione.
Il nuovo gruppo europeo avvia ora il suo percorso, con prospettive interessanti per i nostri meleti. I risultati di questi primi anni di ricerca sono entusiasmanti, tanto da trasferire la sperimentazione in pieno campo. Il seminario prosegue oggi, spostandosi in campo per i sopralluoghi agli impianti-modello realizzati nel Saluzzese.
Silvio Pellegrino
CReSO – Consorzio di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese
C.so Nizza, 21 – 12100 Cuneo