SELENELLA, QUANDO ALLA QUALITÀ SI UNISCE IL RISPETTO PER L'AMBIENTE

SELENELLA, QUANDO ALLA QUALITÀ SI UNISCE IL RISPETTO PER L'AMBIENTE
I limiti posti dalla scarsità delle risorse e dalla necessità di preservare la qualità dell'ambiente in cui viviamo impongono di trovare soluzioni di vita sostenibili. In una realtà dove le tematiche legate all'ambiente e alla sua tutela si fanno sempre più importanti e decisive per il futuro, diventa di fondamentale importanza l'impegno dei singoli e delle aziende affinché l'impatto ambientale dovuto alla produzione sia il più contenuto possibile.
Il Consorzio Patata Italiana di Qualità da sempre ha fatto della tutela del territorio e dell'ambiente uno degli elementi della propria missione. Lo dimostra l'impegno per limitare le emissioni di CO2 che è l'obiettivo che il Consorzio si prefigge con l'attivazione di uno studio volto a misurare l'influenza sull'ambiente della sua produzione.
15 soci (2 organizzazioni di produttori, 4 cooperative e 9 commercianti privati) cui fanno capo circa 320 produttori con 1.400 ettari di terreno sparsi sul territorio nazionale, in prevalenza in Emilia-Romagna, sono gli elementi di una filiera che concorre a portare le patate Selenella sulle nostre tavole: ogni singolo "gesto", dalla semina all'irrigazione, dalla raccolta allo stoccaggio, fino alla scelta dal packaging, sarà analizzato nel dettaglio per studiare quanto la produzione incida sull'ambiente, in termini di acqua impiegata, energia utilizzata e gas serra emessi. La metodologia che sta alla base di questo tipo di valutazione è l'Analisi del Ciclo di Vita o Life Cycle Assessment (LCA): l'analisi dell'intero ciclo di vita del prodotto a partire dalla semina fino all'ingresso sul mercato, evidenziando gli aspetti ambientali significativi della filiera in esame attraverso precisi protocolli di calcolo tra cui il Carbon Footprint, il Water Footprint e l'Ecological Footprint.
"Se a livello della produzione industriale l'applicazione di uno studio LCA risulta essere standardizzata – spiega il dott. Giuliano Mengoli, direttore del Consorzio Patata Italiana di Qualità – ciò non si può dire per le fasi di produzione primaria. Gli ecosistemi di produzione agricola infatti possono presentare una elevata variabilità climatica e agronomica anche in contesti produttivi molto simili. Il Consorzio Patata Italiana di Qualità ha intrapreso questo studio per poter individuare possibili aree di miglioramento nei processi produttivi e di confezionamento, che possano contribuire alla tutela ambientale, coerentemente agli interventi già adottati come l'adozione di tecniche di produzione integrata".
L'attenzione del Consorzio verso l'ambiente traspare anche dall'adozione di fonti energetiche pulite e rinnovabili: la quasi totalità dei soci del Consorzio è dotata, infatti, di impianti fotovoltaici per la produzione di energia pulita da impiegarsi nel processo produttivo.
È nei terreni argillosi e fertili della provincia di Bologna, dalle pianure alle zone pedecollinari fino alle aree montane, che si trova la situazione ambientale ideale per la coltivazione della patata. In questi luoghi si determina la perfetta combinazione tra suolo e clima che ha contribuito a rendere il territorio bolognese particolarmente incline alla coltivazione pataticola, facendolo diventare una delle aree più attive e organizzate in Italia nella promozione e valorizzazione della patata.
Il contributo del Consorzio Patata Italiana di Qualità al mantenimento di una natura incontaminata traspare sempre di più dall'adozione di tecniche di produzione integrata, che limitano al minimo l'utilizzo di prodotti chimici di sintesi quali fertilizzanti e antiparassitari. Questo metodo di coltivazione prevede di valutare l'utilizzo di principi attivi naturali, realizzare trappole per la cattura degli insetti nocivi o utilizzare modelli revisionali per arginare le malattie fungine in modo da limitare l'intervento chimico.




Fonte: Ufficio Stampa Selenella