PESTO DI PRA' DELLA BRUZZONE E FERRARI: DIFENDIAMO LA SCELTA DI AUTODENUNCIARCI SEBBENE NON SIA STATA RISCONTRATA NESSUNA TOSSINA BOTULINICA SUI PRODOTTI

PESTO DI PRA' DELLA BRUZZONE E FERRARI: DIFENDIAMO LA SCELTA DI AUTODENUNCIARCI SEBBENE NON SIA STATA RISCONTRATA NESSUNA TOSSINA BOTULINICA SUI PRODOTTI
Con un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi, che riportiamo integralmente, la Bruzzone e Ferrari, che produce il pesto di Prà, interviene sulla vicenda che l'ha vista protagonista nelle ultime settimane, dopo che la stessa azienda ha lanciato l'allerta nazionale, venerdì 19 luglio, in merito alla presenza nel prodotto di spore potenzialmente in grado di generare la tossina botulinica (cfr. Italiafruit del 23 luglio 2013).
"La nostra azienda si occupa di produzione del pesto da diversi anni, prestando fondamentale attenzione alle materie prime utilizzate e ai metodi di produzione, rispettosi della tradizione ed al contempo innovativi. Poiché ogni singolo consumatore è sempre stato considerato il cliente numero uno, nel tempo abbiamo investito sempre maggiori risorse nel controllo qualitativo delle nostre produzioni. Proprio attraverso questo nostro capillare sistema di controllo, lo scorso 19 luglio è stata registrata una non conformità su una confezione di pesto per la possibile presenza di clostridi di botulino, ovverosia di spore, che, a determinate condizioni, avrebbero potuto generare la tossina botulinica. Tale analisi, svolta da primario laboratorio pubblico, Istituto zooprofilattico delle Venezie, ci ha indotti senza indugio a prendere una decisione ‘nuova' nel sistema italiano, ossia quella di autodenunciarci alle Autorità, segnalando per primi che era opportuno ritirare il prodotto dal commercio ed avvertire tutti i consumatori che potevano avere ingerito il prodotto o che potevano ancora averlo nel frigorifero di casa.
Questa decisione, che continuiamo a sostenere e difendere, ci ha immediatamente esposto ad aggressioni mediatiche indebite e di grossolana fattura, e, ciononostante, abbiamo continuato a gestire in prima linea la vicenda senza delegarne la gestione, come sarebbe stato possibile, all'Autorità competente. Ed in effetti tutte le analisi successive, disposte sia a livello interno sia ad opera degli organi pubblici, hanno confermato che il sistema di autocontrollo era perfettamente funzionante: nessuna tossina botulinica è stata riscontrata sui prodotti della Bruzzone e Ferrari. Di tutta questa amara situazione, pertanto, non vogliamo ricordare i presunti avvelenamenti, la distruzione di un comparto di eccellenza della produzione alimentare nazionale come quello del pesto genovese, gli attacchi mediatici, bensì la serietà professionale di un'azienda che ha ritenuto di autodenunciarsi sulla base di un semplice sospetto, al solo fine di garantire la tutela primaria del consumatore. Auspichiamo pertanto che questo atteggiamento diventi, come già nel resto d'Europa, una normale prassi degli operatori del settore alimentare e che l'azienda che agisce in questo modo non sia considerata un cattivo operatore, degno di emarginazione nel mercato, bensì un soggetto catalizzatore della fiducia del consumatore. La vicenda che abbiamo affrontato – e che nuovamente saremmo disposti ad affrontare, nonostante le conseguenze finora ingiustamente subite – è servita per difendere un prodotto di eccellenza della tradizione ligure: ogni scelta adottata, pertanto, è stata dettata dalla convinzione che il pesto genovese deve rimanere un baluardo irrinunciabile della produzione alimentare regionale, oggi conosciuto ed amato in Italia e nel mondo".


Fonte: Il Fatto Alimentare