VALAGRO, LA CHIMICA PER L'AGRICOLTURA ITALIANA ORA GUARDA AD ORIENTE

VALAGRO, LA CHIMICA PER L'AGRICOLTURA ITALIANA ORA GUARDA AD ORIENTE
Ora la sfida è crescere in Asia. Valagro, una small global company che si occupa di chimica per l'agricoltura lancia la sua sfida al mercato globale da Atessa, provincia di Chieti. Lo fa dopo più di trent'anni di storia aziendale che ha portato i due soci Ottorino La Rocca, presidente, e Giuseppe Natale, amministratore delegato, a superare i confini dell'Abruzzo e dell'ltalia, arrivando a vendere in tutta Europa e a crescere al ritmo del 16% annuo negli Stati Uniti. È arrivata anche a un passo dalla Borsa, Valagro. Era il 2007: il progetto era definito nei particolari, ci si e fermati quando si sono avvertiti i primi scricchiolii della crisi mondiale. Da allora anche senza la finanza che sarebbe potuta arrivare dalla quotazione, Valagro ha continuato a crescere: passando da un fatturato di 59 milioni di euro del 2009 (con 6 milioni di Ebitda) ai 71 milioni del 2010, agli 88 milioni del 2011 e ai 90 milioni dell'ultimo esercizio, con un Ebitda pari a 17 milioni. "La nostra è una filosofia semplice – dice La Rocca – mutuata da Quintino Sella: azienda ricca, famiglia povera...". Dietro lo slogan la volontà di non far mancare l'ossigeno ai progetti di sviluppo: i soci di Valagro non ricevono cedole dal loro investimento e gli utili, che nell‘ultimo esercizio sono cresciuti del 30%, vengono reinvestiti in azienda. "Guardiamo lontano da casa — spiega Natale – perché siamo convinti della bontà della nostra visione: inseguiamo un'agricoltura rispettosa dell'ambiente e capace di dare risposte alla domanda in arrivo dai Paesi emergenti: una popolazione crescente che chiede più acqua, più cibo, più qualità della vita". Il business impegna Valagro in tre segmenti di attività: lndustria, Giardini ed in special modo Agricoltura, dove si genera l'81% del giro d'affari, grazie soprattutto al best seller Megafol che traina la crescita negli Usa. La Divisione Farm di Velagro, rivolta al mondo agricolo, comprende prodotti "Specialità" – quali il best seller Megafol – ma anche fertirriganti, microelementi ed integratori fogliari dedicati a colture fruttifere, ortive e di piccoli frutti.

.

Nella foto: Giuseppe Natale, Amministratore Delegato di Valagro

"Oggi in quella che è la nostra area domestica allargata, ovvero i mercati d'Europa, Medio Oriente e Africa — dice Natale – realizziamo circa il 59% del nostro fatturato. La nostra è una presenza sicura e riconosciuta dalle controparti che contribuisce a generare cassa per il gruppo. Gli Stati Uniti, invece, al momento finanziano la crescita, mentre è l'Asia il nostro prossimo passo per lo sviluppo". Valagro finora è sempre cresciuta per linee interne: la presenza estera è legata alla rete commerciale insediata nei vari mercati, arricchita recentemente dal distributore della Nuova Zelanda. Solo due piccole società produttrici sono state acquisite nel corso del tempo, un concorrente in Francia e un piccolo produttore in Norvegia. Le tre acquisizioni, nel loro complesso, valgono un contributo di circa 14 milioni sul risultato finale del gruppo. Ora però Valagro lascia intendere di voler cambiare marcia. E l‘Asia è l'obiettivo. "È l'area dove siamo meno presenti — spiega Natale — ma anche un'area a grande dinamicità. La crescita sui mercati del Pacifico è un obiettivo difficile da raggiungere, che presenta notevoli complessità, ma a questo punto siamo davvero confidenti...". Il passo è vicino. A dispetto delle dimensioni, Valagro è abituata ad allargare l'orizzonte dei propri interessi. È l'unica azienda italiana del settore a collaborare con il laboratorio di Fisiologia vegetale della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che fa capo a Pierdomenico Perata, fisiologo delle piante, ricercatore di base e da qualche mese rettore della Scuola. Nel consiglio di amministrazione, invece, oltre a La Rocca e Natale, siedono due veri indipendenti quali Valerio De Molli, managing partner dell'European House di Ambrosetti e Prem Warrior, uno dei massimi esperti mondiali nel settore della fermentazione e del biocontrollo, tanto da essere responsabile degli investimenti nelle aree a sviluppo agricolo per la Fondazione Bill and Melissa Gates.

Fonte: CorrierEconomia