ANDALUSIA, FATTORIE OCCUPATE E AUTOGESTITE. L’ESPERIMENTO DI SOMONTE COMPIE UN ANNO

ANDALUSIA, FATTORIE OCCUPATE E AUTOGESTITE. L’ESPERIMENTO DI SOMONTE COMPIE UN ANNO
A Palma del Rio, in Andalusia, una delle 17 comunità autonome della Spagna, prosegue da oltre un anno l'occupazione di Somonte, una fattoria statale di 400 ettari, da parte di 18 agricoltori appartenenti al Sindacato dei Lavoratori Andalusi (SAT). Dopo un anno, Somonte è un esempio riuscito per molti, soprattutto nella stessa Andalusia, dove il tasso di disoccupazione è il più alto in Europa, intorno al 35%.
"Non siamo qui perché siamo poveri o senza casa, ma perché crediamo in un'idea. Gran parte delle terre più fertili del Paese rimane in mano a un gruppo di potenti famiglie che vi speculano sopra per ricevere i finanziamenti del Ministero dell'agricoltura” dicono gli agricoltori.
L'occupazione è iniziata un anno fa per mano di un centinaio di braccianti: cacciati dopo 56 giorni dalla guardia civile, sono rientrati nella fattoria il giorno successivo per non andarsene più. Dopo aver ammesso che si trattava di terra abbandonata, l'amministrazione cittadina non ha ordinato altri sgomberi per evitare scontri con gli occupanti.
A Somonte ora vivono 20 persone, tra cui due bambine, alle prese con un impegno a dir poco titanico: gestire senza mezzi meccanici 400 ettari di terra tra le più fertili della zona. Javier Ballesteros Osuna è responsabile per l'organizzazione e il funzionamento della fattoria. Vive qui, assieme alla moglie Lola Alvarez, bracciante agricola da sempre, mentre altri prima facevano mestieri diversi.
Un lavoro duro, ma che comincia a dare i primi frutti. Già 9 gli ettari irrigati, con prodotti ortofrutticoli venduti nei mercati di strada o di casa in casa, in aggiunta all'allevamento di capre, pecore e galline. Gli oltre 100 ettari di grano e avena sono coltivati senza l'ausilio di macchinari, a parte un vecchio trattore, soprannominato Matusalemme.
Si tengono regolarmente delle assemblee e ci sono regole precise che vanno rispettate: chiunque tradisce la causa o non si impegna a sufficienza per appoggiarla viene espulso. A chi chiede se la comunità raccolga solo disoccupati e senzatetto viene risposto: "Noi siamo qui per difendere le nostre idee e per contrastare il sistema. E certo, alcuni sono disoccupati, ma non tutti. E poi, frutta e verdura a Somonte servono a sfamare i bisognosi. Prima, nel comune di Cordova c'erano molte aziende che davano lavoro a tanta gente. Oggi non è rimasto nulla, non c'è lavoro. Questa era l'unica soluzione possibile” concludono.

Fonte: La Stampa