LA BATTERIOSI DELL'ACTINIDIA IN PIEMONTE, IL PUNTO A CURA DEL CRESO IL 23 APRILE A MANTA

LA BATTERIOSI DELL'ACTINIDIA IN PIEMONTE, IL PUNTO A CURA DEL CRESO IL 23 APRILE A MANTA
"La batteriosi dell'actinidia in Piemonte - il punto sulla ricerca e le indicazioni di difesa" è l'appuntamento promosso il 23 aprile alle 9 dal Creso presso il Centro di ricerca per la Frutticoltura di Manta. Si farà il punto sulla Psa, la batteriosi dell'actinidia, si forniranno gli indirizzi di difesa per il periodo primaverile e si presenteranno i risultati delle ricerche in corso.
La batteriosi dell'actinidia (Psa) è tutt'altro che risolta. Se l'andamento stagionale 2012, particolarmente caldo e con scarse precipitazioni, aveva illuso qualche operatore, il risveglio primaverile ha riportato la cruda realtà. Sono comparsi gli inequivocabili sintomi (essudati mielosi bianchi dalle gemme e rossastri dai cordoni) in molti nuovi appezzamenti, a fianco di quelli già estirpati. Ma la malattia si estende anche in aree finora indenni, quali il Cavourese e non solo. Situazioni analoghe si stanno verificando nelle altre regioni dell'Italia settentrionale.
In Nuova Zelanda la situazione appare, se possibile, peggiore. La varietà a polpa gialla Hort16A, più sensibile alla malattia, rischia l'estinzione. Gli ettari colpiti dalla Psa sono nell'ordine delle migliaia e la situazione è in continua evoluzione.
In Piemonte non si tratta di una recrudescenza della malattia. Più semplicemente il batterio ha continuato a lavorare per tutto il 2012 in una fase di latenza, pronto a manifestare i sintomi alla prima occasione favorevole. Preoccupa che questa progressione avvenga nonostante i frutticoltori non abbiano per niente abbassato la guardia. La profilassi autunnale e invernale è stata eseguita con scrupolo, con gli interventi consigliati dopo la raccolta e in fase di potatura. Il bilancio è pesante. Per dare un'idea, in Piemonte sono stati estirpati oltre 700 ettari di actinidia, la metà dei quali ancora in fase di allevamento. Il piano degli estirpi è stato sostenuto dalla Regione Piemonte, che – prima fra le Regioni italiane – ha messo a disposizione qualcosa come 4 milioni di euro.
La ricerca, sia a livello internazionale sia locale, è partita tempestivamente. Nel 2011 La Regione Piemonte e la Fondazione CRT hanno finanziato un programma di attività svolte in collaborazione dal Servizio Fitosanitario, Agroinnova (Centro di competenza dell'Università di Torino) e il Creso. Buono il livello di integrazione con la ricerca svolta dalle altre Regioni, in particolare l'Emilia-Romagna. Sono stati fatti passi avanti importanti sulla conoscenza della biologia del patogeno, soprattutto su come e quando penetra nella pianta e sulla sua diffusione all'interno della pianta. Non sono stati finora scoperti rimedi miracolosi, anzi la ricerca ha sbugiardato chi millantava rimedi miracolosi. L'incontro in programma sarà un momento importante per fare il punto della situazione, spiegare tutto quello che si sa e trarre le indicazioni applicative.
Chiara Morone del Settore fitosanitario del Piemonte fornirà il quadro aggiornato della situazione in regione, mentre Sauro Graziani, di Agrintesa (Faenza), di ritorno da un viaggio di studio in Nuova Zelanda, riferirà della situazione nelle altre regioni italiane e nel mondo.
Marco Scortichini, batteriologo del CRA di Roma, che ha sequenziato il DNA del batterio, presenterà le acquisizioni della ricerca sulla biologia del batterio, conoscenze che sono indispensabili per impostare una difesa efficace, su basi scientifiche.
Graziano Vittone (CReSO) e Matteo Monchiero (Agroinnova, Università di Torino) illustreranno i risultati delle prove di difesa eseguite in questo primo biennio in Piemonte. Sono state saggiate decine di sostanze attive, sia su piante allevate in vaso e inoculate in serra, sia in appezzamenti sperimentali dislocati sul territorio. Sfruttando diversi meccanismi di azione, si forniranno le indicazioni sugli interventi più efficaci per ogni fase fenologica. Sarà infine distribuita la scheda tecnica n. 7 con le indicazioni specifiche per le prossime fasi di rottura gemme, accrescimento dei germogli e fioritura.

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Fonte: CReSO