«Ecco come si lavora a due passi dal fronte»

La testimonianza di un produttore ucraino: «L'Italia è un modello»

«Ecco come si lavora a due passi dal fronte»
Il primo raccolto commerciale è arrivato proprio nell'anno della guerra. Coltivare ortofrutta a pochi chilometri dal fronte non è uno scherzo, ma nonostante le difficoltà i progetti vanno avanti e i raccolti vengono distribuiti, come racconta a IFN Dmitriy Ostapenko, direttore e co-fondatore di Green Technology Ltd - prima realtà in Ucraina a utilizzare sistemi intensivi per pesche e uva da tavola - che dai modelli di produzione italiana ha tratto ispirazione, e tecnologie, per implementare l'attività.

Per prima cosa a Odessa, dove ha sede la vostra azienda, com'è la situazione? Come si lavora in uno Stato in guerra?

I nostri terreni si trovano nel villaggio di Baraboy, a 25 km da Odessa. Abbiamo avviato questa attività nel 2019 e nella fase di sviluppo affrontiamo molti compiti e sfide complesse. Appena siamo partiti è scoppiato il Covid, ora c'è la guerra. La situazione è difficile in questo momento, non mi piace lamentarmi, ma la guerra è davvero terribile e devastante, anche per gli affari. I dipendenti vanno al fronte o vengono evacuati, la fornitura di fertilizzanti, carburante, contenitori e tutti i materiali di consumo viene interrotta, con una significativa diminuzione della domanda di prodotti da parte dei consumatori. E, soprattutto, si sconta la mancanza di una fiducia stabile.

Green Technology è un progetto anche Italiano? Che cosa coltivate in Ucraina?

Il progetto è ucraino ma si basa su tecnologie italiane. Coltiviamo uva da tavola a pergola, come si fa in Puglia. Coltiviamo la pesca con un sistema intensivo, come in Romagna. Dall'Italia venivano portati piante, pali, filo metallico e attrezzature.



Perché credete che pesche e uva da tavola possano trovare terreno fertile in Ucraina?

Prima di iniziare il progetto ho effettuato analisi di terreno, acqua e raccolto 20 anni di storia meteorologica, informazioni condivise con i nostri fornitori, come i Vivai Rauscedo. Hanno valutato positivamente il progetto, selezionato i portainnesti e le varietà giuste. Hanno trovato per noi agronomi e consulenti competenti che ci aiutano, ma finora online.

Su quali varietà vi siete concentrati? Uve seedless?

Per l'uva abbiamo una varietà precoce, due seedless e una tardiva. Per la pesca abbiamo una varietà precoce, tre varietà piatte e una tardiva.



Su che superfici state lavorando e quali sono i piani di sviluppo?

Abbiamo a disposizione 50 ettari, ma per il momento in produzione ce ne sono solo 16. Le tecnologie intensive richiedono grandi investimenti, finora dobbiamo lavorare contando solo sulle nostre forze. Secondo i risultati di questa stagione, abbiamo una buona redditività, che potrebbe essere una leva per suscitare l'interesse di altri investitori. Ora siamo aperti agli investimenti e stiamo già negoziando con alcune banche. Ma potremo collaborare solo dopo aver vinto la guerra.

In questa campagna 2022 siete riusciti a lavorare secondo i vostri piani?

Quasi. Diciamo che siamo riusciti a far fronte a tutte le sfide. L'unica cosa è che le forniture ordinate non sono arrivate tutte in tempo. C'è stato un momento in cui siamo arrivati a dubitare del fatto che la nostra terra sarebbe effettivamente rimasta nostra...

La frutta che coltivate è per il mercato ucraino o la esportate? Quali sono i Paesi target?

Finora il mercato interno è abbastanza libero e ci concentriamo su di esso.



Il know-how italiano è stato importante per partire? Che legame ha con il nostro Paese?

Molto importante. L'Italia è leader mondiale nella produzione di pesche e uva da tavola di alta qualità. Gli italiani hanno molta esperienza e una profonda conoscenza di come fare un buon raccolto.Ho molti amici e mi piace visitare il vostro Paese. Ora, durante la guerra, mia moglie e mia figlia vivono a Ravenna.

Quali sono gli ostacoli principali a cui dovete far fronte?

È difficile individuare un solo ostacolo, il nostro sviluppo è costituito da molti ostacoli diversi, come ho detto fin dall'inizio. Ma li chiamiamo sfide o compiti e siamo entrati in questo business per risolverli! E provo soddisfazione quando abbiamo risolto un problema che prima sembrava impossibile da risolvere.

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