«Uva, perchè investiamo nelle seedless»

Fisicaro (Colleroni): «Le coltiviamo su 140 ettari, la vendita dal prossimo anno»

«Uva, perchè investiamo nelle seedless»
Sono sempre di più le aziende che producono uva da tavola e che hanno deciso di puntare sulle seedless, mosse dalle richieste dei consumatori moderni. Tra queste c’è anche Colleroni di Carlentini (Siracusa) che ha investito un totale di 140 ettari per le nuove varietà senza semi.



“Dopo una valutazione generale del mercato – spiega a IFN il presidente di Colleroni Salvatore Fisicaro – abbiamo deciso di intraprendere la strada delle uve senza semi. Abbiamo investito in royalties sulle Arra e sulle varietà Sweet Celebration e Sugar Crisp”. 


L’azienda ha dedicato alle varietà precoci Arra un totale di 80 ettari mentre le altre varietà, più tardive, sono state piantate su 60 ettari. “Si tratta di uve molto produttive – specifica Fisicaro – e contiamo di poterle commercializzare già il prossimo anno”.
E continua: “Pensiamo che questo investimento potrà portarci buoni risultati, nonostante queste varietà presuppongano un’accurata gestione dal punto di vista agronomico: i primi frutti arriveranno già a giugno e, anche se ci scontreremo con il prodotto egiziano, sapremo farci riconoscere per la qualità e il gusto dei nostri grappoli”.



Non solo seedless, l’azienda continua a produrre e commercializzare anche le varietà più tradizionali come l’Uva Vittoria, di cui quest’anno ha aumentato i volumi del 10%.
“Si tratta di grappoli molto apprezzati dai consumatori e in questi primi tre mesi di campagna non abbiamo avuto problemi – commenta il presidente – per cui non abbiamo puntato su altre varietà. Il prezzo medio del prodotto è lo stesso degli altri anni ma, considerata l’inflazione che stiamo vivendo, a noi risultano ricavi minori. Considerati i costi di produzione che stiamo affrontando, dovremmo aumentare i prezzi di circa il 10%. Anche perché la Gdo sta facendo pressione per calmierare i prezzi ma noi non abbiamo forza contrattuale nei confronti dei fornitori di energia elettrica e materie prime”.



L’azienda non ha registrato nessun problema a livello climatico: “Dopo il caldo di anno scorso, quest’anno le temperature sono state più moderate nella nostra zona – sottolinea il presidente di Colleroni  – in generale i grappoli prodotti sono di buona qualità, con un acino medio-grande e buon grado Brix”.  Colleroni riporta una domanda in positivo per l’uva da tavola, che commercializza in tutta Europa: “Abbiamo cercato di ampliare i nostri canali verso i Paesi dell’est Europa – dice Fisicaro – ma non si tratta di mercati facili da gestire, quest’anno più che mai”.



Il presidente conclude con un ragionamento sul packaging: “Dal mio punto di vista, il materiale migliore per il confezionamento è la plastica perché è riciclabile al 100%. Negli ultimi anni questo materiale è stato bandito a favore del cartone ma servirebbe un ragionamento molto più ampio: l’utilizzo del cartone comporta infatti costi di gestione  e di produzione molto superiori rispetto alla plastica. Credo che anziché puntare sul cartone, vada diminuita la grammatura delle confezioni in plastica e approfondire le ricerche sul riciclo di questo materiale”.

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