Orizzonte seedless, dove va la ricerca

Grape&Grape e Nuvaut lavorano su uve resistenti e supporto alla filiera

Orizzonte seedless, dove va la ricerca
Quest’anno l’inizio della campagna dell’uva da tavola non è stato dei più brillanti. I produttori hanno dovuto fare i conti prima con i problemi climatici, come il grande caldo e la siccità, mentre ora lottano contro i costi di produzione sempre più alti e un mercato non del tutto positivo.
Ma c’è un settore che continua ad essere promettente: è quello delle varietà seedless, su cui la ricerca sta facendo passi da gigante. 
Abbiamo fatto il punto con Riccardo Velasco, direttore del centro di ricerca in viticoltura ed enologia del Crea per il consorzio Nuvaut e Alberto Mastrangelo, responsabile commerciale di Grape&Grape Group, nonché capofila del progetto.

“La nostra attività è continuamente votata allo sviluppo, miglioramento e promozione varietale delle seedless e vogliamo accompagnare i produttori sia nella fase di scelta che durante la coltivazione” spiega Alberto Mastrangelo, responsabile commerciale di Grape&Grape Group
E continua: “Oltre all’attività di sviluppo varietale, negli ultimi due anni stiamo portando avanti anche il progetto Uvapulia (avviato nel 2020 con il finanziamento della Regione Puglia Psr 2014- 2020) che vede il coinvolgimento di ben 12 partners. Tra questi vi è la partecipazione di due università (Foggia e Torino), partner tecnici e realtà tanto produttive quanto commerciali della filiera che collaborano trasversalmente, in combinato alla nostra attività di sviluppo varietale, per dare risultati concreti e varietà spendibili per il futuro della filiera dell’uva da tavola. Al termine del progetto miriamo ad implementare e diffondere le conoscenze sulle nuove varietà di uva da tavola apirene autoctone gestite da Grape&Grape Group”.


Uva Aisha - Grape&Grape

Tra gli altri obiettivi di Grape&Grape anche quello di fornire a produttori locali di uva da tavola una formula pronta all'uso: varietà pronte ad essere impiantate, accompagnate da linee guida specifiche messe a punto per ognuna di esse e tarate negli ambienti pedoclimatici pugliesi. “E’ un vero e proprio plus per i produttori che non dovranno testare/sperimentare a loro spese le varietà – specifica Mastrangelo - ma che potranno godere di un bagaglio di esperienze, prove e pratiche agronomiche corrette che gli permetteranno sin da subito di realizzare un prodotto soddisfacente sia in termini qualitativi che sotto il profilo della resa produttiva”.


Uva Noemi - Grape&Grape

Attualmente il pacchetto varietale di Grape&Grape può già contare su Bloom™ (Apulia), Stella™ (Luisa) e Iris™ (Fiammetta) mentre sono ancora in fase di registrazione altre tre varietà: Aisha™ (GGGR01A), GGGN01A (detta Noemi) e Musa™(GGGB01S) unica cultivar del nostro pacchetto varietale con seme.


Uva Musa - Grape&Grape
 
La ricerca si muove su due filoni principali: da un lato selezionare le migliori cultivar che in prospettiva potranno raggiungere, assieme a innovative pratiche agronomiche nei vigneti, livelli qualitativi, aromatici e salutari ottimali dei grappoli; dall’altro soddisfare le diverse e sempre più crescenti richieste della Gdo e del mercato. “Grazie alla collaborazione con le università di Foggia e Torino, stiamo approfondendo aspetti meno consueti legati al profilo acidico, texturometrico, aromatico, come anche la risposta al cracking e alla frigoconservazione dei grappoli - aggiunge Mastrangelo “allo stesso tempo stiamo studiando le tecniche agronomiche per poter coltivare nel modo migliore queste nuove varietà e dare soddisfazione sia al coltivatore in campo, che al commerciante in modo da risparmiare tempo e soldi”.
E proprio a settembre è atteso l’annuale Panel Test delle cultivar oggetto del Progetto Uvapulia, assieme alle selezioni apirene in osservazione dalla capofila Grape&Grape Group.


Uva Maula - Nuvaut

A credere sullo sviluppo sulle seedless è anche il consorzio Nuvaut, che quest’anno sta aspettando la registrazione ufficiale di tre nuove varietà: Maula N., Daunia N. e Egnatia N.
“La varietà Maula comincia ad essere ben distribuita tra i soci e permette di anticipare la produzione partendo a fine giugno e anticipando la raccolta di tre settimane rispetto ad altri frutti – spiega a IFN Riccardo Velasco, direttore del centro di ricerca in viticoltura ed enologia del Crea, ente che collabora nel progetto – ora siamo in attesa della certificazione ministeriale perché i produttori possano rivenderla e avere un buon riflesso sulla Gdo: quest’uva è già molto apprezzata sia per il suo livello qualitativo che per la sua produttività”.
E continua: “Abbiamo deciso di registrare queste tre varietà – Maula, Daunia e Egnatia- perché abbiamo avuto una produzione interessante (si tratta di raccolte anticipate e frutti con caratteristiche uniche) e quindi anche un forte interesse per la vendita”.


Uva Daunia - Nuvaut
 
Queste nuove varietà si sono comportate bene anche con il caldo clima estivo: “Hanno retto bene, probabilmente dovremo fare i conti con acini più piccoli rispetto alla media e una produzione leggermente più bassa – commenta Velasco – ma in nessun caso i grappoli non hanno sviluppato i semi”.


Uva Egnatia - Nuvaut
 
Le varietà finora presentate da Nuvaut arrivano a 57 e, per terminare il progetto, ne mancano ancora 43. La ricerca si muove in particolare su nuove varietà resistenti, più facili da trattare e quindi anche più sostenibili: “Stiamo lavorando su incroci tra vitigni resistenti che provengono dall’uva da vino – specifica Velasco – in questo caso dobbiamo essere più selettivi per i parametri: considerato che si tratta di uva da vino, gli acini sono tendenzialmente più piccoli e dobbiamo verificare bene anche l’assenza di semi”.
 
A fronte di una crescente domanda di nuovi soci, il consorzio sta ora studiando le modalità di ingresso, ragionando se definirle su quota o su disponibilità di gemme. “Da parte nostra, vogliamo aprire sempre di più al mondo produttivo ma, allo stesso tempo, conservare modalità di entrata più semplici ed economiche rispetto alle grandi multinazionali considerato che siamo un consorzio a metà tra il pubblico e il privato”.

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