«Campagna pataticola, le sfide che ci aspettano»

L’Antonio Ruggiero analizza le raccolte e l’esordio commerciale

«Campagna pataticola, le sfide che ci aspettano»
Le sfide poste alla pataticoltura quest’anno sono numerose: la siccità ha influenzato lo sviluppo del prodotto e il calibro medio, mentre la presenza di elateridi ha incrementato le percentuali di scarto.
Nonostante queste problematiche, l'Antonio Ruggiero, azienda storica per la produzione e commercializzazione di patate presente con i suoi sei stabilimenti negli areali di produzione più vocati dello stivale (Emilia Romagna, Lazio e Abruzzo) continua a coinvolgere un numero sempre più crescente di agricoltori italiani nella propria famiglia. Abbiamo fatto il punto con Angelo Ruggiero, direttore commerciale e amministratore unico del gruppo.

La prima parte della campagna rispetta le vostre aspettative in termini di qualità e resa del prodotto?
La campagna è partita in maniera abbastanza soddisfacente in termini di qualità anche se, per avere una fotografia reale e conclusiva, dovremo aspettare che le operazioni di raccolta si concludano anche negli areali di produzione dell’ Alto Viterbese, del Fucino e della Sila.
Le condizioni climatiche e la siccità hanno sicuramente influito sia sulle rese che sui calibri delle patate che risultano essere inferiori ma comunque omogenei rispetto alla precedente campagna. Per quanto riguarda le rese, registriamo una flessione in diminuzione dei quantitativi raccolti di circa il 15-20% anche se il dato non si può esprimere con certezza dal momento che le operazioni di raccolta non sono ancora terminate. Nonostante queste problematiche e la presenza di elateridi avuta soprattutto in Veneto e in Emilia Romagna, il prodotto scavato presenta caratteristiche organolettiche e di conservabilità piuttosto buone.



Sul mercato le incognite sono tante, come pensate di affrontarle?
Lo scenario di mercato è piuttosto pesante, attraversiamo come tutti ben sappiamo una situazione complessa per diversi fattori che hanno messo in difficoltà l’intera filiera: aumento dei costi di energia, gas, materiale di imballaggio, importanti rincari sul gasolio, concimi, acqua e logistica.
Nonostante la congiuntura particolare, siamo soddisfatti dei risultati raggiunti e ci aspettiamo una campagna commerciale positiva. A sostenere il nostro percorso di crescita la forte campagna di comunicazione e strategia di valorizzazione della categoria, che anche nei prossimi mesi continuerà a mantenere un focus sul nostro brand.

Le quotazioni che il prodotto raggiunge sul mercato, riescono a coprire i rincari dei costi di produzione?
Oggi purtroppo i prezzi di vendita non coprono i costi di produzione che ci troviamo a sostenere nei vari step della filiera. L’aumento dei costi generali, la diminuzione delle rese produttive, una qualità non eccellente del prodotto che comporta maggiori percentuali di scarto, sono tutti elementi che concorrono a rendere i prezzi di vendita non adeguati.



La principale sfida che la pataticoltura dovrà affrontare a breve termine?
In uno scenario cosi particolare la sfida è quella di riuscire a creare maggiore sinergia tra i vari anelli della filiera, in particolare riteniamo fondamentale il dialogo con la GDO, l’attivazione di progetti e collaborazioni che possano valorizzare il prodotto e ridurre la distanza tra il nostro mondo agricolo e quello della distribuzione. Questi a nostro avviso sono passaggi obbligati per mantenere viva una pataticoltura di qualità nel nostro paese. Ci auguriamo che tutti gli attori coinvolti nella filiera produttiva si muovano in tal senso.

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