Vendita al dettaglio, un'Italia spaccata in due

C'è chi galoppa e chi è fermo, da Milano a Catania i trend di metà anno

Vendita al dettaglio, un'Italia spaccata in due
Dopo i boom di vendite registrati durante i picchi epidemici, i primi mesi dell’anno erano partiti in discesa per le vendite di ortofrutta al dettaglio (clicca qui per approfondire). Ma ora a che punto siamo? Con le testimonianze di diversi operatori da nord a sud della Penisola, abbiamo cercato di ricostruire i trend di vendita. E ne è uscita un’Italia profondamente divisa: c’è chi ad agosto ha deciso di chiudere i battenti per sopperire all’assenza delle vendite, chi rimane aperto tra mille difficoltà e chi, quasi a sorpresa, intravede nel periodo estivo un’ottima opportunità commerciale.



Per Catia Brivio, titolare di Brivio Frutta di Sala Bolognese (Bologna), negozio specializzato nella vendita di prodotti freschi: “Le cose sono peggiorate un bel po’ da inizio anno. Continuiamo a puntare sempre sui prodotti di qualità ma le quantità si sono ridotte di almeno il 30%”.
Secondo Brivio la situazione è ulteriormente peggiorata nel periodo estivo, con molte persone che preferiscono scappare dalle città e cenare fuori: “Non fanno più la spesa per i pasti a casa – commenta l’operatrice – ma anche i ristoranti hanno ridotto i loro approvvigionamenti di ortofrutta. La gente mangia fuori ma preferisce consumare un primo piatto o un secondo ma nessun contorno a base di frutta e verdure fresche”.
La titolare di Brivio sottolinea come il cambiamento degli acquisti sia una conseguenza diretta della mancanza di liquidità delle famiglie italiane, soprattutto quelle con bambini: “Se devono mettere a tavola i bambini preferiscono pane o pasta, l’ortofrutta diventa quasi un plus”.
Venendo ai prodotti estivi, tra i più venduti c’è sicuramente la frutta mentre passa in secondo pianto la verdura: “Tra chi può contare su un orto personale o familiare, i consumi sono sempre meno – dice Brivio – Ad usare le verdure sono prevalentemente i ristoranti che le usano per le versioni grigliate o al forno o le aziende di trasformazione: sarà il poco tempo disponibile o l’assenza di abilità in cucina ma oggi le persone preferiscono acquistare verdure grigliate anche a 20 euro al chilogrammo piuttosto che ricorrere a una preparazione domestica”.
E guardando ai prossimi mesi, la preoccupazione aumenta: “Tradizionalmente settembre è un mese di numerosi acquisti – conclude Brivio - come i libri o l’abbonamento all’autobus per i bambini, a cui si aggiungeranno a breve nuovi rincari energetici: è probabile che le famiglie scelgano sempre meno ortofrutta. Non va meglio neanche per noi: a inizio anno abbiamo cambiato il contratto di fornitura dell’energia elettrica me non è bastato, i conti sono comunque triplicati. Temo che ci sarà un risparmio generale sugli alimentari”.



La situazione non è positiva neanche per Camilla Martinenghi del negozio La Frutta di Camilla, a Corsico di Milano: “Le cose sono cambiate in peggio – dice a IFN - ho pensato di rimanere aperta durante il periodo estivo approfittando della chiusura di altri punti vendita e invece le vendite sono ferme. Stiamo facendo fatica anche a sostenere le spese per il negozio”.
Relativamente ai prodotti preferiti dai consumatori, continua la tendenza già registrata a inizio anno e le referenze a basso costo sono ancora quelle che vanno per la maggiore.

Tra gli operatori che registrano trend positivi c’è invece Andrea Coccia, titolare di un banco vendita nel mercato rionale di Genova, in piazza Scio. Nel suo paniere ci sono solo prodotti di fascia prezzo medio-alta e i consumi non stanno risentendo di particolari crisi dei portafogli. “Anzi – spiega a IFN - a luglio abbiamo lavorato bene a causa del caldo. Soprattutto sono aumentate le vendite di lattughe, pomodori, fagiolini e zucchine per quanto riguarda gli ortaggi. Stranamente molto bene anche angurie e meloni nonostante proponiamo referenze con quotazioni più alte rispetto alla media”. Coccia ci tiene a sottolineare che la sua clientela preferisce la qualità ad un prezzo basso, ma non significa che sia esclusivamente benestante. “Quelli che propongo non sono prodotti facili da reperire – racconta - ma quando un cliente li prova difficilmente torna a quelli che sceglieva prima. Questo discorso vale per una clientela abbastanza eterogenea. Non conta la disponibilità economica, conta chi preferisce premiare il gusto”. 



Nel scendere lo stivale fino a Lecce troviamo Anna Fina, titolare di Verde Mela, negozio specializzato in prodotti di prima scelta. In dodici anni di attività non ha dubbi: “Questa è l’annata più dura”, dice a IFN. Peggio anche del 2020. “Due anni fa durante la prima quarantena si è lavorato di più perché le persone tendevano ad acquistare compulsivamente, in più quelle per fare la spesa erano le uniche uscite consentite. Ora che la situazione si è stabilizzata si nota che è stato fatto un passo indietro nelle abitudini di acquisto: si compra poco ma giornalmente, anche per combattere gli sprechi. Per ridurre la spesa non si taglia sul prodotto in sé, ma si diminuiscono le quantità di acquisto perché alla qualità non si rinuncia”. 
Se infatti la commerciante al dettaglio ripensa al trimestre da marzo a maggio, più vocato per l’inizio delle diete alimentari e quindi più portato al consumo di ortofrutta, nota che non ha comportato un incremento negli incassi. “Solitamente quei tre mesi sono caratterizzati da un segno più – specifica - mentre quest’anno non è stato così”. 
Il trend delle vendite non si è risollevato nemmeno in estate. Morale della favola: “A luglio le vendite sono calate tantissimo e per la prima volta abbiamo dovuto rateizzare le bollette dell’attività”. Per la dettagliante non conviene nemmeno restare aperta in agosto anche se si trova nel centro della città: “Abbiamo chiuso il primo e riaperto il 22, da anni abbiamo capito che tenendo aperti in questo mese si va in perdita perché i turisti non aumentano il nostro lavoro e non ha senso rifornirsi per buttare la merce”. 



Infine arriviamo a Catania, dove dal 1999 Ludovico Pappalardo gestisce il negozio Fruttissima nel comune di Trecastagni, assieme al fratello Santo, altri soci e dipendenti. Positiva la sua testimonianza: “Non ci lamentiamo, abbiamo una clientela abbastanza scelta con prodotti particolari dato che acquistiamo solo prodotti di alta qualità”.
Oltre che nella vendita di prodotti freschi, il punto vendita si è specializzato nell’offerta di un’ampia gamma di insalate di frutta e verdura già pronte: “Puliamo e tagliamo i prodotti nel nostro laboratorio e proponiamo frutta e verdura in gustose composizioni in vaschetta ma anche in busta, tutte esposte nei nostri banchi frigo. Le vendite di questi prodotti stanno andando anche meglio di quelle delle referenze fresche, soprattutto con le temperature calde di questi giorni: ad andare per la maggiore sono soprattutto macedonie con meloni, ananas e angurie”.



E specifica: “Per esempio l’anguria non la vendiamo più a fette ma direttamente a spicchi: è una proposta molto comoda soprattutto per chi è diretto verso il mare. Questa modalità di presentazione del prodotto ci ha aiutato molto ad aumentare le vendite”.
Tornando ai prodotti tradizionali, le vendite per Pappalardo sono positive ma molti prodotti hanno subito un rialzo: “Alcuni clienti ci chiedono il perché di questi rialzi ma quando gli spieghiamo che si tratta di un prodotto di qualità, non si tirano di certo indietro con gli acquisti”. Tra i prodotti più venduti in questo ultimo periodo ci sono stati soprattutto ciliegie locali e angurie. Un plauso va anche ai fornitori: “Al mercato di Catania abbiamo sempre trovato merce di qualità, non vediamo perché dovremmo cambiare fornitori” conclude Pappalardo.



Ha collaborato Lucia Caselli

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