«Meloni, prezzi buoni ma costi proibitivi»

Società agricola Gaia: «Non ci è arrivata la manodopera richiesta»

«Meloni, prezzi buoni ma costi proibitivi»
Costi troppo alti e manodopera che non si trova è il mantra della primavera e dell’estate con cui deve fare i conti anche la società agricola Gaia di San Felice sul Panaro (Modena), specializzata nella coltivazione di meloni, angurie e pere.

“La stagione dei meloni finora si è dimostrata piuttosto altalenante da un punto di vista dei prezzi – racconta il produttore Mario Preti -. Quello che lascia a desiderare però sono i costi, troppo elevati rispetto agli scorsi anni”. Le quotazioni sono anche discrete perché i lisci sono attorno a 1,20/1,30 euro al kg, mentre il retato va dagli 80 centesimi al kg fino a 1,10, ma il problema è che non sono sufficienti a coprire i costi e non sappiamo se a fine campagna riusciremo a far quadrare i conti, tra imballaggio e gasolio che hanno raggiunto costi proibitivi”.



L’azienda coltiva una sessantina di ettari, di cui 50 dedicati ad angurie e meloni e i restanti dieci alle pere Williams, Abate e Kaiser. "Soprattutto le angurie stanno soffrendo il caldo e hanno bisogno di essere difese con caolino e reti ombreggianti, mentre i meloni sono più resistenti. La prossima settimana però sono previsti 38 gradi centigradi e non sappiamo quali saranno gli effetti sulla qualità". 

Continua il produttore: “La stagione dei meloni è a metà del suo percorso. Ci manca ancora un mese e mezzo e non sappiamo come fare con la manodopera. Abbiamo fatto richiesta a gennaio per operai provenienti da Paesi extra-comunitari - spiega - ma ancora non si è visto nessuno perché non sono stati rispettati i tempi. Anziché arrivare a giugno, a questo punto arriveranno quando abbiamo finito la raccolta”.



A ciò si aggiunge una produzione discreta ma non eccezionale. “I consumi invece hanno tenuto - continua Preti – al contrario dell’anno passato. Non ci sono stati problemi di smaltimento di prodotto”. 

I meloni dell’azienda vengono distribuiti alla Gdo e ai mercati di Cesena, Padova, Milano e Torino tramite l’Op Sermide, che si occupa della commercializzazione. I prodotti della società agricola Gaia sono riconoscibili dal bollino con il marchio Fetta.

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