«Fagiolini, al nord serve più acqua»

Riverfrut: «Grave mancanza di precipitazioni, il fiore fatica a fecondare»

«Fagiolini, al nord serve più acqua»
Il fagiolino è ormai una referenza disponibile 12 mesi l’anno, ma è in estate che il prodotto italiano conquista i reparti ortofrutta della distribuzione. La raccolta a pieno campo è appena iniziata negli areali produttivi del Nord. Con la Società Agricola Riverfrut di Rivergaro, in provincia di Piacenza – che fin dagli albori (oltre 40 anni fa) ha fatto del fagiolino il suo core-business dedicando alla referenza oltre 600 ettari di terreno nel periodo estivo – abbiamo fatto il punto della situazione.


 
“A livello produttivo la carenza idrica si fa sentire e non ci fa essere tranquilli per il prosieguo della campagna – spiega a IFN Alberto Bertuzzi, responsabile commerciale e marketing di Riverfrut - Il fagiolino, infatti, ha bisogno di una determinata quantità d’acqua per crescere. Per il prodotto in fase di raccolta la siccità dell’ultimo mese non ha creato problemi: la qualità risulta ottima e anche a livello di quantitativi le rese ci sono, consentendoci di raccogliere almeno 400-500 quintali di prodotto al giorno”. 
 
Diverso è il discorso per le semine che vengono fatte in questo periodo. “A maggio si è registrato un 90% in meno di precipitazioni. Se continuerà a mancare acqua – prosegue – il fiore ne risentirà perché sopra una determinata media climatica fatica a fecondare e quindi comporterà problemi di resa per ettaro”.


 
Il prodotto viene commercializzato fresco sfuso, confezionato, spuntato e anche cotto al vapore nella divisione V gamma dell’azienda. “Lo spuntato e il confezionato hanno buone performance, mentre risulta stabile il consumo dello sfuso. Sono sempre meno infatti i consumatori che hanno tempo e voglia di spuntare i fagiolini”, fa presente il manager.
 
Riverfrut confeziona fagiolini sia confezionati in vert bag che spuntati in vaschetta sia per la private label che con il proprio marchio. Le confezioni in vaschetta variano dai 250 ai 350 grammi, in base alle esigenze del cliente. I consumi sono incoraggianti: “Quando si tratta di prodotto di servizio il cliente finale guarda meno il prezzo, ma si concentra sull’offerta che gli permette di risparmiare tempo”. E nei confronti della distribuzione moderna l’azienda emiliana si conferma un partner consolidato, garantendo forniture tutto l’anno: nella stagione invernale, infatti, l’impresa si rivolge alle produzioni provenienti da Marocco, Egitto e Senegal.



Inoltre, per il terzo anno tutta la produzione estiva dell’azienda è certificata Residuo Zero assicurando l’assenza di residui di fitofarmaci oltre la soglia di rilevabilità.
 
I fagiolini vengono anche trasformati per la linea “Cottintavola”, dove sono cotti al vapore e confezionati in atmosfera modificata o in sottovuoto per mantenere l’alimento fresco più a lungo. “È un completamento di prodotto che rimane una nicchia – conclude Bertuzzi - perché soprattutto in estate si preferisce il prodotto fresco. D’inverno, invece, la differenza di acquisto si assottiglia perché il fagiolino fresco ha un costo maggiore provenendo dal Nord Africa. Così la componente di servizio gioca un ruolo più rilevante.” 

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