Ciliegie, crollo delle vendite in Gdo

Male aprile e maggio. Ritardo nel calendario ma non solo

Ciliegie, crollo delle vendite in Gdo
I numeri parlano di un tracollo. Le attenuanti generiche - produzione partita in ritardo - ci sono ma per le vendite di albicocche e ciliegie in Gdo la campagna 2022 ha decisamente il segno rosso ad aprile e maggio. Se ad aprile le due referenze pesano ancora poco, a maggio valgono circa il 4-5% delle vendite a valore del reparto: il campanello d'allarme è dunque suonato.

Ma diamo un’occhiata ai dati, in particolare ai trend a valore della Gdo per queste due specie frutticole, a peso imposto, confrontate con i trend dell’ortofrutta a peso imposto e del grocery in modo da avere maggiori riferimenti nelle performance. Nelle ciliegie il confezionato a peso imposto incide per il oltre il 70% delle vendite, quindi la fetta più grossa. Nelle albicocche arriva a quasi il 30%, una quota minore ma comunque significativa nel ragionamento che faremo.



Come si può notare, ad aprile i trend arrivano anche a quasi un -100% del prodotto, con l’ortofrutta e grocery in positivo, nelle prime due settimane e in negativo nelle seconde due del mese. A maggio, con vendite più consistenti, la flessione si ridimensiona progressivamente per albicocche e ciliegie, rimanendo comunque pesantemente a doppia cifra negativa, con l’ortofrutta e il grocery sempre positivi: l’ultimo dato disponibile ci parla di un -23% nelle albicocche e -28% nelle ciliegie nella settimana 21, cioè dal 23 al 29 maggio.
 
È ovvio che dati di questo tipo possono creare allarmismo e, per questo, abbiamo fatto subito alcune verifiche lato produzione e distribuzione. In generale, questi trend così negativi sono legati ad un ritardo in campagna nella frutta a nocciolo, che ha traslato il calendario e creato un forte effetto controcifra. Diversi distributori sono confidenti in un recupero nelle prossime settimane. Tuttavia, soprattutto per le ciliegie, è necessario far alcune considerazioni. Ad inizio campagna, le varietà che in genere dominano il mercato non sono normalmente il massimo dal punto di vista gustativo (esempio Bigarreaux), se confrontate con quelle in piena campagna e in fase finale. Quest’anno si aggiunge l’aggravante di una qualità sotto media e calibri piccoli per queste prime tipologie: il tutto con prezzi fortemente in crescita.


Una bella teatralizzazione del prodotto ciliegia in un punto vendita Cedigros

Sappiamo bene, e lo abbiamo visto in questi mesi, come forti effetti inflattivi abbiano conseguenze distruttive sui consumi nelle categorie. Tuttavia, c’è anche da dire che, a fronte di qualità non soddisfacente e prezzi alti, i distributori sono i primi a non ordinare la merce e, di conseguenza, a non fare massa critica a negozio con esposizione preferenziale. Insomma, un po' un cane che si morde la coda.

Una cosa è certa: la scarsa qualità disincentiva i consumi, e questo nel libero servizio è la criticità più grande, a maggior ragione su prodotti come le ciliegie in cui il gusto è la prima variabile considerata, a grande distanza da tutti gli altri driver di acquisto.

Una prassi virtuosa per i retailer potrebbe essere quella di non fossilizzarsi sugli stessi fornitori, nel caso in cui la qualità non sia soddisfacente. La ricerca continua di un miglioramento, soprattutto in categorie chiave e in periodi in cui l’offerta non è all’altezza delle aspettative, deve diventare sempre di più una tra le buone pratiche di lavoro da perseguire.

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