«Marche e distribuzione, serve un patto per le filiere»

Mutti (Centromarca): «Si riduce la spesa per i beni di largo consumo»

«Marche e distribuzione, serve un patto per le filiere»
"Le conseguenze della guerra in Ucraina stanno cambiando il modo di fare acquisti dei consumatori con relativi riflessi sui consumi che si protrarranno per diverso tempo. Il risultato sarà una riduzione di spesa per i beni di largo consumo da parte delle famiglie italiane, perché fino ad oggi le imprese non hanno ancora scaricato a valle i costi sui consumatori. Per questo industria di marca e grande distribuzione dovrebbero unire le forze".

L’analisi è di Francesco Mutti, presidente di Centromarca, l’associazione italiana dell’industria di Marca che raccoglie 200 tra le più importanti imprese operanti nel settore. Su Affari&Finanza, il patron dell’omonima azienda di passate di pomodori prevede, insieme ad una buona parte dei manager intervistati dall’associazione (77%), un rallentamento delle vendite nella seconda parte dell’anno. 



Solo il 21% di questi ritiene invece che i livelli resteranno inalterati. “I consumi rallenteranno su alcune tipologie di prodotti – illustra Mutti – come i beni durevoli, mentre sui beni di largo consumo la contrazione sarà più contenuta”.
 
I costi di produzione che non sono stati scaricati sull’ultimo anello dovrebbero aver salvaguardato il potere di acquisto dei consumatori. “Questo – continua il presidente - può essere considerato un bene solo fino ad un certo punto. Il problema è molto più grande e complesso, perché oggi ci sono intere filiere che rischiano di implodere. Se questo accadesse, difficilmente potrebbero essere riattivate”.

Il presidente invoca quindi maggiore collaborazione tra industria di marca e grande distribuzione in un momento così delicato: “il settore della Gdo ha una competizione molto elevata e protratta nel tempo, quindi potrebbero non esserci ulteriori spazi di miglioramento sostanziale all’orizzonte, ma è importante da parte di tutti gli attori intensificare il dialogo per salvaguardare le filiere più minacciate dalla crisi”.



Sugli interventi dell’esecutivo, Mutti non le manda a dire dopo che la richiesta di ridurre l’Iva è rimasta inevasa. “Al nostro Paese è mancata una visione di medio-lungo periodo sulle politiche energetiche. Le mire espansionistiche di Putin eran evidenti già da tempo ma non siamo stati in grado di diversificare le nostre fonti di approvvigionamento nel momento giusto”. 

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