Logistica e inflazione, le nuove sfide per gli agrumi

Limoni, arance e pompelmi, la fotografia scattata da Agricola Lusia

Logistica e inflazione, le nuove sfide per gli agrumi
Logistica e inflazione prima erano considerate le disavventure dell’agrumicoltura, oggi sono “the new normal” (la nuova normalità, ndr). Così Agricola Lusia definisce gli ostacoli che il settore ha dovuto affrontare in questi ultimi tempi e che si sono trasformati oggi in dinamiche permanenti.

Per tema logistico – come riportato in una nota stampa a cura del commerciale dell’azienda Marcello Porrello – si intendono noli mare più che raddoppiati a distanza di un anno, oltre ad una incertezza sulle date di arrivo con settimane di ritardo come costante.
Mentre l’inflazione “è galoppante sul fronte della domanda – spiega Porrello – aggravata dal parallelo aumento dei costi: una situazione che ha reso necessaria la ricerca di un giusto equilibrio per mantenere un business sostenibile del lato offerta, cercando di non gravare in toto sul lato domanda e impattando sui consumi”.


Marcello Porrello, responsabile commerciale di Agricola Lusia

Se queste sono le criticità esterne con cui pricing e consumi dovranno continuare ad affrontare, urge anche una sintesi sugli andamenti di mercato post pandemico, sia alla luce della guerra in Ucraina, sia considerata la sovrapposizione delle due stagioni: la campagna mediterranea è alle battute finali mentre sta per iniziare la stagione d’oltreoceano. Ma vediamo in dettaglio come hanno performato le singole famiglie di prodotto.

Focus sul limone

Le performance del limone italiano non sono esaltanti, soprattutto per quanto riguarda l’areale siracusano. “La tardiva raccolta del Primofiore 2021 – commenta Porrello - ha apportato ad un’inferiore disponibilità, ma nonostante la carenza di offerta non si è verificato l’atteso incremento dei prezzi, con quotazioni in media migliori rispetto alla precedente disastrosa campagna ma comunque al di sotto delle aspettative. Invece cresce, e resta soddisfacente sul fronte pricing, la distribuzione del Limone Igp Siracusa, referenza oramai trasversale nell’assortimento di diverse distribuzioni organizzate”.




Per quanto riguarda i limoni Primofiore importati dalla Spagna, la campagna si è rivelata sotto tono sia per i volumi che per i prezzi. Al di là dei problemi climatici registrati in Spagna, a fare la differenza è stata la concorrenza turca che “per problemi fitosanitari e forte del deprezzamento della Lira, ha inondato Balcani ed Europa dell’Est a svantaggio del Primofiore Spagnolo (con particolare riguardo alla categoria standard)”.
Sono invece in calo del 40% i volumi di Limone Verna: le piogge persistenti hanno apportato ad un’eccessiva crescita dei frutti in pianta, con una conseguente abbondanza dei calibri 1/2/3 e la mancanza dei più commerciali cal 4 e 5. Si attendono prezzi decisamente alti ed una campagna molto breve in comparazione alle precedenti.


Per quanto riguarda il fronte oltreoceano, da Sud Africa e Sud America si registrano finora un buon volume, buona qualità e buon bilanciamento dei calibri. Ma altri elementi sono pronti ad influenzare le performances ed il pricing del comparto.
“Dal lato sudafricano, prima le intense piogge nella zona del Limpopo, successivamente gli scioperi ed i pesanti atti vandalici nella Sundays River Valley – spiegano dall’azienda - stanno ritardando pesantemente la raccolta ed il conseguente imbarco dei limoni. Importante impatto avranno ulteriori criticità quali: l’incognita Ucraina/Russia, Paesi che annualmente assorbono circa il 9% della produzione agrumicola sudafricana; l’incremento a doppia cifra dei costi di produzione e soprattutto dei noli mare; l’inasprimento dei controlli fitosanitari e delle procedure documentali export causa Black Spot”.
Grandi pressioni e controlli stringenti sono invece in atto per i limoni argentini, dopo i due anni di blocco delle esportazioni. “Il deciso aumento dei costi (ed in particolare dei noli mare) – sottolinea il commerciale di Agricola Lusia - non aiuterà un comparto già dilaniato da un’inflazione molto elevata e dal costante deprezzamento della moneta”.

 
Arance sotto la lente

La campagna delle arance italiane si può definire favorevole, con quotazioni superiori alla media anche se i volumi non sono stati esaltanti. “Le performances sono state positive sia con riguardo agli areali jonici per le varietà Navel, che soprattutto per le varietà rosse della Piana di Catania – specificano da Agricola Lusia - Più sottotono la campagna del Valencia siciliano che si avvia al termine nelle prossime settimane”.





Le quotazioni stagnanti hanno invece dominato la campagna invernale delle arance spagnole, situazione aggravata anche dalle intense piogge. In vista della fine della produzione nazionale, i produttori spagnoli sperano ora che la transizione dalle varietà Lane Late a Valencia porti con sé l’auspicio di un lieve incremento delle quotazioni.
“A gravare sul pricing delle arance, in specie per Spagna, la massiva presenza in Europa di arance egiziane (di recente primo player mondiale per esportazione della referenza) – commenta Porrello - Questo fenomeno, costante degli anni recenti, potrebbe essere ancor più pressante quest’anno alla luce del deciso calo delle esportazioni egiziane in Cina e soprattutto del parziale blocco alle esportazioni verso Russia ed Ucraina, che in condizioni di normalità assorbivano più della metà della produzione egiziana”.



Per la stagione estiva delle arance d’oltreoceano si prevedono volumi inferiori e quotazioni decisamente più alte rispetto alle precedenti stagioni. Tre i fattori che alzeranno le pretese degli esportatori: la carenza idrica nelle aree più vocate del Sud Africa; il deciso incremento dei costi di produzione e delle materie prime; il raddoppio dei costi nolo e soprattutto i deludenti risultati delle passate stagioni. “In particolare gli esportatori cercheranno di migliorare i ritorni fissando commercialmente dei minimi garantiti, riducendo le quote di piccoli calibri e seconde categorie, prediligendo mercati commercialmente più sicuri e con meno pretese fitosanitarie”.
 
I pompelmi in cifre

La campagna mediterranea dei pompelmi che si chiude in queste settimane, registra un  consuntivo stagione incolore sia per i volumi che per le quotazioni. 

(serie storica 2012-2021 export pompelmi ZA)



“Il pompelmo turco ha sofferto per le note problematiche fitosanitarie ed il susseguirsi di rilevamenti di residui di trattamenti post-raccolta superiori ai limiti UE (soprattutto Clorpirifos) – dice Porrello - ciononostante svariati operatori hanno continuato a commercializzare la referenza sebbene con volumi più bassi”.
Le vendite non sono state esaltanti neanche per il prodotto cipriota e per il pompelmo israeliano, mentre sono in controtendenza le performances del pompelmo spagnolo, che “nonostante la scarsa colorazione dello Star Ruby, è riuscito a prendere piede anche sul mercato italiano con un buon rapporto qualità prezzo”.



Con riguardo all’Emisfero Sud, in queste settimane arrivano i primi Star Ruby Sudafricani in Europa e si annunciano quotazioni importanti.
“Al fine di evitare il canonico crollo estivo, quest’anno gli esportatori, nonostante un generale aumento della produzione,  intendono esportare in Europa volumi inferiori, tagliando le linee di prodotto a basso margine come la seconda categoria ed i piccoli calibri ed aumentando la quota sul mercato interno per la trasformazione – conclude il commerciale di Lusia - I rincari delle materie prime, unite al raddoppio dei costi nolo renderebbero altrimenti non sostenibile per i produttori l’ennesima annata deludente”.



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