«Gdo, costi energetici alle stelle»

Pedroni: «Taglio al cuneo fiscale o sospensione dell'Iva»

«Gdo, costi energetici alle stelle»
Costi energetici sempre più alti, rincari delle materie prime e indebolimento della supply chain. Tutto ciò ha il suo impatto sulla domanda interna, dei consumi e della capacità di spesa dei consumatori. La distribuzione moderna, che risente soprattutto degli aumenti del costo dell’energia, sta assorbendo i costi per non trasferirli all’acquirente, ma la situazione non può reggere ancora per molto e da più parti si chiede un intervento del Governo.

 “Per le imprese della distribuzione i costi energetici sono altissimi. Con una piccola differenza che i costi dell’industria sono stati trasferiti sul penultimo anello della catena, la Gdo, mentre noi non l’abbiamo trasferita sull’ultimo anello, i consumatori”.



È questo l’intervento di Marco Pedroni, presidente dell’Associazione Distribuzione Moderna e Coop Italia, all’incontro promosso da Ibc, l’associazione Industrie dei beni di consumo e La Repubblica, che ne riporta le parole sulle pagine di Affari&Finanza. 

Che gli aumenti non siano ricaduti sul carrello della spesa, dice Pedroni, “lo confermano gli ultimi dati sui listini che sono aumentati in media di 12 punti, con un’inflazione acquisita di 7-8% su base annuale, mentre quella registrata nella Gdo è del 3%”.

Detto questo, l’appello che rivolge al Governo è quello di intervenire sulla tassazione del reddito dei lavoratori. “Chiediamo che venga abbassato il cuneo fiscale e sospesa temporaneamente l’Iva – prosegue Pedroni -. In caso contrario i bilanci di molte imprese distributive rischiano di saltare”.


Marco Pedroni a Think Fresh nel 2020

Dei costi affrontati dalla Gdo si è parlato lo scorso 3 maggio a Rimini in occasione di Think Fresh – Operazione Retargeting, durante il quale sono stati presentati i numeri dei costi energetici forniti da Eden, per cui la Gdo italiana consuma 12,1 TWh di energia, come l’industria alimentare.



Questa cifra corrisponde al 4% di consumo di energia elettrica nazionale. Per quanto riguarda il costo, è previsto un aumento del 50%, ovvero passerà da circa 2,5 a 5 miliardi di euro.

Aumenti che derivano non solo dalla crisi mondiale innescata dalla pandemia e aggravata dalla guerra in Ucraina, ma anche dall’accelerazione a livello europeo sulla transizione ecologica e che prevede entro il 2030 una riduzione del 55% delle emissioni di anidride carbonica. 

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