«Ecco il primo sistema autonomo di raccolta frutta»

Darwin e Tevel hanno unito le forze. «Una soluzione per la mancanza di forza lavoro»

«Ecco il primo sistema autonomo di raccolta frutta»
Passa tra i filari, rallenta, raccoglie mele e drupacee e le posiziona su un nastro che le lascia cadere nel bins. È un sistema autonomo di raccolta frutta nato dalla collaborazione tra l’azienda italiana Darwin Wcdi e Tevel Aerobotics Technologies, sviluppatore di robot di Israele. 

Il sistema preesistente Tecnofruit è stato integrato con l’innovativo Far (Flying Autonomous Robots) per dare vita ad un macchinario di raccolta frutta completamente automatizzato per la raccolta di mele, pesche, nettarine, albicocche e susine, ma in futuro l’azienda prevede di adattarlo anche per la raccolta anche di agrumi, avocado e mango. 



“Questa nuova tecnologia va a rispondere alle esigenze del momento delle aziende che non riescono a trovare facilmente manodopera per la raccolta dei prodotti - dichiara a IFN l’amministratrice delegata Deborah Porcu - È diventato più difficile spostarsi da un Paese all’altro e quindi anche creare squadre stagionali. Inoltre, assistiamo sempre di più ad una ricerca di efficienza dei processi che vanno verso il necessario obiettivo di automatizzare”.
 
Al sistema di raccolta di Darwin, si è unito il kit robotico di Tevel. La collaborazione ha dato frutti dopo poco tempo: “Ci siamo incontrati con l’obiettivo di efficientare il processo di raccolta e un anno dopo, cioè quest’anno, abbiamo presentato il prototipo a Fruit Logistica riscontrando molto interesse anche fuori dal nostro Paese. Abbiamo infatti già una serie di preordini”.



La prova in campo è attesa tra qualche mese perché la commercializzazione non è prevista prima del 2023. Ma come riesce la versione aggiornata di Tecnofruit a lavorare totalmente in autonomia? “Nella prima versione – spiega Porcu - il sistema Darwin prevedeva l’uomo che doveva stare sulle pedane. Ora invece le abbiamo escluse per sistemarci i robot che fanno un lavoro di scansione e analisi preliminare del filare raccogliendo dati e individuando il colore della frutta. Nel frattempo, la macchina si muove in autonomia grazie ai sensori laterali. I robot raccolgono, posizionano sui nastri e a mano a mano il bins si riempie”.

Qui entra in gioco l’uomo, che ha il compito di sostituire il contenitore. “La presenza di una figura tecnica resta necessaria – sottolinea Porcu  - ma non per la raccolta effettiva del frutto in campo”. 

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