Ortofrutta, come valorizzarla nonostante tutto

Frascarelli (Ismea): «Il settore ha ancora difficoltà a far percepire quanto conta»

Ortofrutta, come valorizzarla nonostante tutto
Il sistema ortofrutta italiano deve affrontare le sfide derivati dall’aumento dei costi di produzione che, fra carburanti, fertilizzanti, energia elettrica e materie prime, a marzo 2022 ha fatto registrare un +21% su base annua e un +12% rispetto al dicembre 2021

Ma come si possono trasformare queste difficoltà in opportunità? La domanda se l'è posta Ismea nell’ambito del convegno “Filiera ortofrutticola: dall’analisi dei costi alla creazione di valore” moderato dal professore, nonché direttore del Monitor Ortofrutta di Agroter ed editore di Italiafruit News, Roberto Della Casa. 



“Il settore ortofrutticolo, nonostante ormai si stiano diffondendo numerose best practices, ha ancora difficoltà a creare valore e a farlo percepire al consumatore finale – ha dichiarato il presidente di Ismea, Angelo Frascarelli-. Una quota importante di consumatori percepisce la categoria ortofrutticola come prodotto a basso costo, e il percorso per la creazione di valore nel prodotto passa, oltre che dalla necessaria crescita del sistema delle Op, anche da quegli ambiti più adatti a generare valore, come le filiere con prodotti a indicazione geografica, il bio, le filiere integrate, i mercati esteri, nonché qualità, gusto e facilità d’uso”.

“Il nostro compito - ha spiegato Frascarelli – è quello di calcolare i costi di produzione e fornire un punto di riferimento all’Icqrf, l’ente del ministero che poi verifica se ci sono situazioni di pratiche sleali, assolutamente da evitare se vogliamo creare valore. Un altro modo per valorizzare il prodotto è evidenziare l’orientamento del consumatore, che è il re del mercato”.  

Sulla tematica è intervenuto anche Paolo Tolomei, direttore generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari Icqrf, ente ministeriale che con il decreto legislativo numero 198 del 2021 è incaricato di vigilare sul rispetto delle disposizioni in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera. “Chi avesse subito o assistito a delle pratiche sleali - spiega - deve fare la segnalazione sul sito del ministero e poi l’icqrf valuta e decide se dare seguito”. 

Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione dei servizi per lo sviluppo rurale di Ismea, ha dichiarato: “Uno dei problemi dell’ortofrutta è che il consumatore finale non comprende i costi aggiuntivi che subiscono i prodotti ortofrutticoli per arrivare fino a casa sua”. Ismea ha calcolato che i costi di produzione del melone mantovano sono aumentati del 10%, la fragola del 17% e l’arancia tarocco del 28%. 
“Questi incrementi riportati sul mercato stanno già facendo vedere il loro effetto e gli acquisti in volume sono in forte arretramento”.



Il presidente di Ortofrutta Italia, Massimiliano Del Core, ha fatto leva sull’importanza di comunicare: “per valorizzare la filiera – ha commentato – è fondamentale ammodernarla instaurando un dialogo interno che consenta di realizzare un sistema ortofrutta Italia insieme alla collaborazione di Ismea, Icqrf e il ministero”.

La seconda parte del convegno, “Mercato, costi di produzione e creazione del valore: esempi pratici e testimonianze”, ha visto la partecipazione di Mauro Aguzzi, presidente del consorzio di tutela Melone Mantovano Igp, Chiara Lo Bianco, dell’azienda agricola siciliana Giuseppe Lo Bianco, Roberta Tardera dell’Op Ioppì e Pompeo Mascagna, presidente di Assofrutti. “Trasferire il valore non è facile – ha detto Aguzzi – ma se ci riusciamo è grazie allo sforzo produttivo che mantiene alto il trend qualitativo del prodotto e che viene percepito dal consumatore”. Roberta Tardera ha aggiunto: “Nel mio territorio, Vittoria, manca l’unitarietà. Se non riusciamo a trasmettere valore è perché il territorio è molto frammentato e individualista.” 



L’azienda agricola Giuseppe Lo Bianco, invece, ha portato la sua esperienza sul melone: “Abbiamo smesso di farlo anche se era molto apprezzato sia in Italia che all’estero – ha dichiarato Chiara Lo Bianco - ma i cambiamenti climatici hanno spostato l’inverno e questo generava un ritardo nella produzione, creando troppa competizione”. Ha concluso il giro di testimonianze il presidente di Assofrutti: “il nostro obiettivo è valorizzare il prodotto senza tralasciare il territorio viterbese. Inoltre, abbiamo messo in campo una serie di azioni per migliorare la qualità della frutta in guscio”.

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