«Schema di business, è ora di cambiarlo»

Del Core e Mazzini: «La qualità non manca ma bisogna saperla comunicare»

«Schema di business, è ora di cambiarlo»
Aumentare la qualità, cambiare lo schema di business e innovare la comunicazione. Su questi temi sono intervenuti ieri a Think Fresh Massimiliano Del Core e Claudio Mazzini, rispettivamente presidente e vicepresidente di Ortofrutta Italia, intervistati da Roberto della Casa.

“La qualità nei prodotti ortofrutticoli c’è – ha dichiarato Del Core - ma dobbiamo distinguere tra qualità organolettica fatta e percepita. Quella fatta è fuori discussione, in Italia siamo pieni di eccellenze, mentre su quella percepita bisogna lavorare perché deve raggiungere il consumatore nel negozio. Come organismo interprofessionale cerchiamo di farlo attraverso il sostegno al consumo di ortofrutta, mentre le aziende possono fare la loro parte con pubblicità e packaging. La distribuzione ha una responsabilità: deve saper esporre per far percepire qualità e infine ci sono le aggregazioni, molto importanti, che possono consentire una programmazione migliore”.



“Un argomento che sento in maniera ossessiva è quello dei costi – ha dichiarato il vicepresidente Claudio Mazzini, nonché responsabile Freschissimi di Coop Italia - Ma nessuno si pone il problema di cambiare il modello di business. Continuando così cominciano a vedersi i problemi perché se aumentano i prezzi, il consumatore chiude il portafoglio e ha già cominciato a farlo perché quest’anno noi perdiamo nell’arco di dodici mesi quello che abbiamo perso in sette anni”.

L’analisi finale è cambiare lo schema di business: “Con lo schema di business di oggi le imprese di produzione non riescono a far fronte ai ricavi – ha commentato Roberto Della Casa – quindi bisogna cambiare schema e lavorare su una curva di esperienza diversa”.

A livello comunicativo il video di Interfel (clicca qui per leggere l’articolo) può essere un valido modo per spronare i consumi per tutti e tre gli intervenuti, ma cosa è decisivo per l’acquirente?



“Noi crediamo che l’elemento origine e qualità siano due punti fondamentali che determinano la propensione all’acquisto e questo è possibile con le oltre 115 certificazioni Dop e Igp che marcano il nostro territorio”.

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