Come nasce un biostimolante di successo

Il Progetto Win di Biolchim taglia il traguardo dei primi dieci anni

Come nasce un biostimolante di successo
Era il gennaio 2012 quando Biolchim lanciava il Progetto Win (Worldwide Innovation Network). I biostimolanti non erano diffusi come oggi, ma l’azienda ne aveva intuito le grandi potenzialità: bisognava accelerare sul fronte della ricerca e, visto che lo sviluppo di un prodotto è un percorso lungo ed articolato, serviva creare una piattaforma di collaborazione internazionale per fare vera innovazione nella nutrizione vegetale e ridurre i tempi di sviluppo e commercializzazione di biostimolanti e fertilizzanti speciali. 

E dopo dieci anni Win si è dimostrato efficace: il concetto di co-creazione ha preso piede, il network si è amplificato (coinvolgendo 300 partner sparsi in oltre 11 Paesi del mondo) e i risultati sono stati importanti.



A fare un bilancio dei primi dieci anni di Win è Vanina Ziosi, responsabile scientifica del progetto. “Win nasce dal centro di ricerca interno che già avevamo in Biolchim, ma che non era sufficiente per essere altamente competitivi sul mercato. Il progetto di ricerca ci ha aiutato proprio in questo e siamo soddisfatti dei risultati ottenuti perché è cresciuto tanto: ormai è riduttivo parlare di progetto, perché si è trasformato in una vera e propria struttura di ricerca e innovazione. Siamo partiti con una ventina di partner e ora siamo a quota 300. Tra loro oltre a università anche laboratori privati, partner commerciali e centri di saggio per testare il prodotto”.

Tra gli obiettivi raggiunti il miglioramento del metodo di sviluppo del prodotto. “Si tratta di una procedura – osserva Ziosi - che garantisce la qualità del prodotto finale passando attraverso una serie di operazioni che prevedono la messa a punto di una griglia di screening per analizzare il profilo chimico delle materie prime. Attraverso la Bioactivity screening platform è possibile valutare per ogni singola materia una trentina di attività biologiche diverse al fine di scartare quelle non attive e capire come utilizzarle. Questo sistema ci permette ogni anno di analizzare un centinaio di matrici diverse”.

In questi anni la rete di collaborazioni con i centri di saggio si è rafforzata, in modo da testare i formulati direttamente in campo su diverse colture per conoscerne i risultati. “Cerchiamo di ottenere più informazioni e conoscenze possibili prima di immettere il prodotto ottenuto sul mercato – prosegue Ziosi - Una volta che ciò avviene, garantiamo un posizionamento tecnico preciso e calibrato che dà all’utilizzatore finale le indicazioni necessarie per avere successo nelle proprie condizioni di coltivazione”.



Il progetto Win lavora anche nella parte post lancio. “Una volta che i prodotti sono in commercio - prosegue la responsabile – continuiamo a lavorarci a diversi livelli con opinion leader e cooperative di assistenza all’agricoltura che sono in grado di dare avvisi specifici all’agricoltore. Inoltre, continuiamo a fare nuove prove per calare il prodotto in tante realtà diverse tra loro”.

Le esigenze su cui fare ricerca sono quelle richieste dal mercato: “Tutto parte da quello che recepiscono le nostre antenne – continua Ziosi-. Adesso per esempio stiamo lavorando sulle problematiche che vedono coinvolto il profilo microbiologico del suolo, per cui abbiamo messo a punto prodotti ad azione prebiotica e probiotica. Tra le altre sfide, vogliamo cercare di ridurre lo stress ambientale della pianta, e arricchire il profilo nutraceutico del prodotto”.



La ricerca partita con Win, in questi anni ha poi portato al lancio di specifici formulati. Tra questi Bluprins, per promuovere e uniformare il germogliamento della pianta: un interruttore di dormienza adatto per uva da tavola, actinidia, pesche, nettarine e ciliegie. Sono frutto di Win anche il fungicida biologico T34 Biocontrol, il biopromotore della crescita delle piante e dell’ingrossamento dei frutti, Nov@ e Folicist, un prodotto storico dell’azienda bolognese che in anni di ricerca è stato potenziato e posizionato tecnicamente in modo più preciso.



“Altri formulati nati dal Progetto Win, con la collaborazione del Project Leader Microbials di Biolchim, Vincenzo Michele Sellitto, sono Vhera e Vhera Life: prodotti prebiotici che riattivano e rinforzano il microbiota radicale già nel terreno e lo vanno a ripopolare. Per completare e ottimizzare questi biostimolanti sono serviti una decina di anni – rimarca l’esperta - Ne siamo molto orgogliosi perché siamo stati i primi a immettere sul mercato un prodotto così completo che fortifica il suolo, favorisce la capillarizzazione dell’apparato radicale e sostiene la crescita anche in condizioni di stress”. 

Visti i risultati il progetto prosegue avendo ancora tanto da offrire perché “lo spirito iniziale non ci ha abbandonato – conclude Vanina Ziosi -. L’attenzione e la voglia che ci mettiamo nel raggiungere i risultati sono immutati e la rete costruita che si amplia sempre di più ci permette di raggiungere nuove tecnologie non ancora sfruttate”.

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