Plastica, migliora la reperibilità delle materie prime

Ballini (Ilip): “Ecco come lavoriamo sugli aspetti funzionali del pack”

Plastica, migliora la reperibilità delle materie prime
La reperibilità delle materie prime per la realizzazione degli imballaggi in plastica migliora. E questo permette di impostare un lavoro più sereno. “Qualche tensione c’è, ma non siamo più in fase di emergenza”, spiega a IFN Nicola Ballini, direttore generale di Ilip, azienda che da 60 anni studia e sviluppa soluzioni di imballaggio per alimenti in plastica termoformata e bioplastica. 

L’impresa è reduce da Marca, dove ha presentato la nuova linea Ilip FibrAware, la gamma di stoviglie e imballaggi a base di fibre naturali rinnovabili, e il primo piatto in carta termoformato.



“Questo sviluppo – prosegue il direttore generale - fa parte delle azioni messe in campo per contrastare gli effetti del decreto Sup (Single Use Plastic) che ha modificato il mercato di alcuni prodotti food service come piatti e posate e ci ha fatto imboccare la strada dell’utilizzo di materiale in bio plastica per sostituire polipropilene e polistirolo. Un nuovo percorso che ci sta regalando soddisfazioni”. 

Un anno fa, invece, è stato lanciato Ezy Split, il cestino leggero per frutta ibrido (realizzato in R-Pet e carta) e con un contenuto ridotto di materia plastica. “Il prodotto – continua Ballini – sta cominciando a trovare applicazioni negli ultimi mesi. Il suo grosso vantaggio è la parte fustellata in cartoncino che, oltre a irrobustire il pack, permette di raggiungere l’importante obiettivo di dare visibilità alla marca del produttore e suggerire l’acquisto da parte del consumatore. L’insieme di questi due aspetti ha stimolato i nostri clienti nel comparto dell’uva da tavola, delle ciliegie e delle fragole, e stiamo cominciando a riscontrare una risposta interessante”.



Il packaging è un importante mezzo di comunicazione per il prodotto ortofrutticolo, un touch point con il consumatore da sfruttare per incrementare il valore delle referenze. “Al momento Ezy Split viene utilizzato solo per frutta fresca e V gamma. L’ortofrutta è poco brandizzata, non comunica molto – continua Ballini - ma con questo packaging ha la possibilità di farlo, perché le informazioni e la presentazione del marchio seguono il consumatore fino a casa, senza rinunciare a tutti gli aspetti funzionali di un contenitore performante”. 

In un mondo che ormai ha inventato tutto, l’obiettivo principale dell’azienda bolognese è il miglioramento della prestazione, riducendo l’impatto ambientale del prodotto ideato e lavorando sull’ecodesign per rendere l’imballaggio più leggero e più facile da smaltire. 

“In parallelo – continua il direttore generale - a Fruit Logistica, seguendo la strategia T2T R-Pet, abbiamo lanciato un contenitore per ortofrutta che contiene una parte di riciclato da vaschette in R-Pet T2T. Un altro ambito su cui stiamo lavorando – aggiunge – è quello per la riduzione dello spreco. A proposito stiamo aggiornando anche Life+, una nostra soluzione innovativa che all’interno contiene un foglietto assorbente con sostanze antimicrobiche che rallentano lo sviluppo di marcescenze, migliorando e allungando la shelf-life degli ortofrutticoli contenuti”.



Demonizzare la plastica a prescindere è controproducente, bisognerebbe invece lavorare per comunicare al consumatore i plus dell’imballaggio e la corretta gestione del materiale. “Per farlo si può lavorare sugli aspetti funzionali – conclude Ballini - e costruire prodotti che si smaltiscano facilmente, in modo intuitivo. Già questo aiuta a far vedere la plastica in modo diverso. È su questo che bisogna puntare: creare prodotti innovativi ed evoluti ma facilmente smaltibili”. 

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