Confezionato, il trend non si sgonfia

Le vendite di ortofrutta a peso imposto si consolidano: i dati

Confezionato, il trend non si sgonfia
L'ortofrutta confezionata capitalizza la spinta dell'effetto Covid: dopo lo scatto del 2020 il trend positivo è continuato anche lo scorso anno, dove si è registrato un consistente aumento anche nella quota a valore. Ormai metà del fatturato del reparto ortofrutta della distribuzione moderna - escludendo le referenze di IV e V Gamma - è rappresentato da prodotti a peso imposto.
Lo si desume dalle elaborazioni del Monitor Ortofrutta di Agroter, che ha analizzato per IFN il trend dei prodotti confezionati di prima gamma dal 2016 al 2021. Il maggior picco di crescita si è registrato tra il 2019 e il 2020: la pandemia ha spinto molti consumatori a scegliere questi prodotti essenzialmente per due motivi, in primis per la velocità di spesa ma anche per la percezione di maggiore sicurezza.



Scendendo nei dettagli, se guardiamo le vendite a volume (pari ai chilogrammi) di prima gamma confezionata, il 2021 conferma la quota già alta del 2020 (pari al 37% a volume). Se riavvolgiamo il nastro al 2016, possiamo notare una crescita di 6 punti percentuali, ma la vera accelerazione c'è stata nell'ultimo biennio.

Differenze per categorie: frutta e verdura



Scendendo più nel dettaglio, si può notare come nella quota a volume del 37,4% nell’ortofrutta di prima gamma il contributo della verdura sia quello più importante - ha inciso per il 43,6% - mentre la frutta si colloca al 32,4%.
Tra 2020 e 2021 l’ortofrutta è rimasta pressoché stabile come quota di peso imposto a volume: una leggera fluttuazione si segnala solo per la verdura (da 43,2% a 43,6% con una crescita dello 0,4%) mentre è quasi del tutto invariata la frutta (da 32,3% a 32,4%).



In crescita anche la quota valore
La crescita dei prodotti confezionati non è stata solo a livello di chilogrammi venduti ma anche a valore, quindi in termini di prezzi raggiunti. L’aumento della quota a valore, passata dal 35,4% del 2016 al 45% del 2021 per il totale ortofrutta, segna un balzo in avanti di quasi 10 punti percentuali.
Questo significa che i prodotti di prima gamma confezionati tendono ad avere un rapporto euro/chilogrammo sempre più alto e che il consumatore privilegia una scelta di qualità nei banchi del supermercato.
In particolare, tra 2021 e 2020 si registra una crescita di quota valore (da 43,5% a 45%) superiore alla quota volume, che è aumentata di appena mezzo punto percentuale (da 37,1% a 37,4%). Dai dati elaborati dal Monitor Ortofrutta, emerge come il consumatore tenda ad apprezzare di più i prodotti a peso imposto, confermandosi disponibile a pagare di più per quelle referenze a cui riconosce un valore aggiunto.



Quale futuro per il confezionato?
La domanda va però orientata verso il futuro: dobbiamo chiederci che cosa significa parlare di confezionato in un contesto internazionale dove i rincari sulle materie prime stanno impattando sul comparto del packaging e dove le soluzioni sostenibili - e più costose - stanno ancora cercando di penetrare il mercato. Il trend è chiaro e la capacità di generare valore dell'ortofrutta confezionata è un fattore che il settore deve difendere: rassicurando il consumatore e spiegandogli i correttivi necessari sul prezzo affinché possa continuare a preferire la soluzione che gli dà più sicurezza.

Ha collaborato Alfonso Bendi

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