Pomodoro idroponico, una crescita inarrestabile

Fri-el Green House espande i suoi orizzonti e sperimenta la frutta esotica

Pomodoro idroponico, una crescita inarrestabile
Un pomodoro italiano commercializzato per 365 giorni all’anno, di elevata qualità, dal basso impatto ambientale e, dal 2025, prodotto utilizzando solo fonti di energia rinnovabili. A meno di 10 anni dalla sua fondazione Fri-el Green House ha raggiunto risultati ragguardevoli, diventando il più grande produttore italiano di pomodoro idroponico, forte dei 30 ettari di superficie investiti in serre hi-tech vicino ad Ostellato, nella provincia di Ferrara. 

“Inizialmente sembravamo dei visionari – spiega a IFN il Ceo di Fri-el Green House Florian Gostner – ma in poco tempo siamo diventati fra i principali player nella commercializzazione di questo ortaggio, fidelizzando diverse catene distributive sia italiane sia estere che hanno apprezzato i nostri pomodori nichel Free, declinati secondo tre tipologie fra le più apprezzate dal consumatore, ovvero, il grappolo, il ciliegino e il cocktail".



Guardando alla sostenibilità, è inevitabile una battuta sul residuo zero: “nel pomodoro c’è molta più attenzione all’assenza di nichel – aggiunge il manager – in quanto è un limite all’acquisto per una fascia importante di consumatori".


E continua: "Il residuo zero non è, per ora, in cima alle nostre priorità, ma nell’eventualità ci faremo trovare pronti, visto che già adesso la nostra tecnica colturale prevede un utilizzo estremamente ridotto di agrofarmaci. La nostra mission è la sostenibilità totale del ciclo produttivo e puntiamo a raggiungere entro il 2025 l’impatto zero su tutta la linea, grazie all’affrancamento dalle fonti di energia fossile, tramite l’introduzione in un impianto geotermico e di sistemi agro-fotovoltaci”.



L’energia è un tema cruciale soprattutto durante il ciclo invernale, dove le serre sono riscaldate e illuminate allo stesso tempo ed i rincari hanno inciso pesantemente sui costi di produzione con un inevitabile ritocco dei listini rispetto agli anni passati. 



“A tal proposito – evidenzia responsabile commerciale mercato Italia Davide D’Ignoto – abbiamo notato un atteggiamento comprensivo da parte dei nostri clienti stranieri, mentre in Italia ci sono state alcune realtà meno accondiscendenti che hanno preferito strade alternative, tagliando gli ordini. Il tempo, come si suole dire, è stato galantuomo, in quanto il mercato del pomodoro si è posizionato costantemente su quotazioni piuttosto alte, a prescindere dalla provenienza e spesso con livelli qualitativi non sempre all’altezza. Difatti, in questo momento stiamo ritornando alla normalità, anzi, riceviamo più ordini di quelli che riusciamo ad evadere, a dimostrazione che stiamo intraprendendo la strada giusta”.



Un percorso che potrebbe prevedere novità inedite, una su tutte la coltivazione di frutta esotica: “Stiamo testando la coltivazione di mango e papaia, oltre a quelle di zenzero e curcuma. Sono colture in forte crescita in termini di consumo, sicuramente insolite per le nostre latitudini, ma fattibili all’interno delle nostre serre. La sperimentazione è appena iniziata ma siamo curiosi e soprattutto fiduciosi dei risultati che emergeranno, da qui a breve”.



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