Telo in Mater-Bi, perchè è cresciuto negli anni

Accinelli (Riff98) racconta l'evoluzione del materiale, tra punti di forza e svantaggi

Telo in Mater-Bi, perchè è cresciuto negli anni
La pacciamatura biodegradabile è oggi una pratica agronomica diffusa e in linea con i principali trend di sostenibilità. Il Mater-Bi di Novamont si presta a tutelare le più diverse colture: dal porro ai meloni, passando per insalate, peperoni, pomodori, zucchine, angurie e tanti altri prodotti. Ma come si è affermata la crescita del prodotti negli anni? Lo abbiamo chiesto a Benedetto Accinelli, titolare dell’azienda Riff98, nonché agente distributore del telo.


Benedetto Accinelli

Come nasce la sua esperienza sul telo biodradabile?
A fine anni Novanta, per Isagro stavamo lavorando alla realizzazione di trappole per la cattura di insetti a base di ferormoni: per distinguerci dalla concorrenza e per non lasciare plastica sulle piante, decidemmo di utilizzare un materiale biodegradabile per gli erogatori. Scegliemmo il Mater-Bi e iniziò così la nostra collaborazione con Novamont. 

Com’è cresciuta negli anni la conoscenza del Mater-Bi?
Grazie al coinvolgimento di Novamont su iniziative per lo sviluppo delle bioplastiche, ho seguito diverse aziende che hanno iniziato ad utilizzare il Mater-Bi. Negli anni la diffusione di questo telo è cresciuta a vista d’occhio: inizialmente i timori delle aziende erano legate alla resistenza del materiale, che ha beneficiato negli anni di un miglioramento continuo fino alla perfetta durevolezza e biodegradabilità di oggi.



Qual è stato il passaggio più importante per la crescita del prodotto?
Sicuramente la maggior diffusione del telo pacciamante in Mater-Bi è avvenuta quando diverse Op hanno inserito il materiale nel loro piano operativo. In questo senso, Novamont ha lavorato molto per mostrare l’efficacia del prodotto all’interno dei centri con strutture pubbliche: in molti si sono accorti che il materiale era davvero funzionale per la pacciamatura e hanno acconsentito ad utilizzarlo. A contribuire alla diffusione del Mater-Bi anche la promozione delle bioplastiche per contrastare la crescita dell’inquinamento. Tutte le plastiche utilizzate nel settore, una volta arrivate a fine vita, devono essere opportunamente rimosse dal campo e portate ai centri specializzati per la loro gestione: per evitare questi passaggi, impegnativi oltre che onerosi, in molti hanno scoperto i benefici della biodegradabilità.


Un articolo di Accinelli pubblicato per i supplementi di Agricoltura
 "Rifiuti agricoli: gestione, prevenzione, recupero"

Quando è cresciuta la fiducia delle persone per le bioplastiche?
Se c’è stato un elemento che ha contribuito a diffondere largamente la cultura delle bioplastiche, è stata l’introduzione obbligatoria della shopper biodegradabile al reparto ortofrutta. Tutti hanno avuto modo di conoscere da vicino cos’era la bioplastica, si tratta di un passaggio che ha davvero accelerato la diffusione del materiale. Inoltre anche nelle fiere hanno iniziato a vedersi sempre più spesso le macchine per stendere la pacciamatura biodegradabile. Ad aiutare la diffusione di questo materiale è stato sicuramente anche l’abbassamento del prezzo delle bioplastiche: da un’elevata quotazione iniziale, i prezzi sono stati ‘democratizzati’ e la richiesta è cresciuta. 



Su quali elementi può essere migliorato il materiale?
Gli svantaggi del Mater-Bi sono davvero pochi e, considerati i passi da gigante della ricerca, tra qualche anno non esisteranno nemmeno più. In particolare, il materiale richiede una maggiore attenzione al momento della stesura rispetto alla pacciamatura tradizionale: si tratta infatti di un telo più sottile e che necessita di un'adeguata regolazione delle macchine, che sono le stesse usate per il telo in polietilene, eliminando gli elementi frenanti che possono stretchare troppo con il telo. Quello che però colpisce è che il Mater-Bi, una volta steso, è identico alla pacciamatura tradizionale in plastica e la differenza non si distingue neanche al tatto.
Un’altra critica che può essere fatta al prodotto è che, non potendo essere stoccato per periodi superiori all'anno, gli ordini sono legati alle richieste pervenute e quindi viene filmato principalmente su ordinativo: il rischio è che la fornitura non sia così veloce da poter prevedere grandi consumi. Il mondo agricolo ha delle esigenze particolari: tutti preferiscono lavorare su un prodotto fresco e il mondo orticolo decide all’ultimo momento ma è difficile per un’azienda che produce il Mater-Bi cambiare ogni volta le misure. Infine c’è il pericolo che l’acquisto delle piante non sia contemporaneo al telo, ma questo rientra nei problemi di pianificazione che affliggono da sempre il nostro settore.



Ci sono alcune zone che vantano una conoscenza più profonda del telo pacciamante in Mater-Bi?
La richiesta del prodotto è alta dove c’è un’orticoltura specializzata, poi sicuramente ci sono alcune regioni più ‘avanti’ di altre. Per esempio l’Emilia Romagna, in cui alcune colture orticole richiedono obbligatoriamente la pacciamatura, che serve per evitare il diserbo e favorire la crescita delle piante, oltre che per mantenerle più pulite: si utilizza attualmente per zucche, zucchine, lattughe, peperoni, pomodoro da mensa, cocomeri e meloni. Altre colture sono invece in fase di studio: per esempio le fragole, coltura per cui la pacciamatura deve durare parecchi mesi e richiede quindi un Mater-Bi più spesso. In quest’ottica continuano gli investimenti e la ricerca.

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