Meloni, sarà un anno di vera selezione

Dalla produzione alla distribuzione, ecco il sentiment della filiera

Meloni, sarà un anno di vera selezione
La campagna meloni è ai nastri di partenza. Il mercato ha già assaggiato i primi frutti esteri – dall'Honduras al Senegal – gli areali precoci della Sicilia sono all'esordio e poi la produzione nazionale entrerà via via nel vivo. Impossibile quest'anno non pensare al contesto geopolitico internazionale, se non altro perché rende difficile fare paragoni con le scorse annate. Proprio per questo abbiamo interpellato alcuni protagonisti della filiera, dalla produzione alla distribuzione, per avere uno spaccato del sentiment del comparto.

La produzione

"L'aria che si respira nel Paese, e un po' in tutto il mondo, è pesante. Ma io sono positivo, come imprenditore devo essere ottimista - commenta Ettore Cagna, presidente dell'Op Agricola Don Camillo di Brescello - E' vero che ci saranno dei costi produttivi importanti da affrontare: imballaggi, trasporti, materie prime... Ma noi facciamo meloni per vocazione, siamo specializzati in questa coltura e la nostra forza è quella di un gruppo familiare determinato e appassionato: accanto a me ci sono i mie nipoti Andrea Benelli, amministratore delegato, e Walter Benelli, direttore commerciale. Ci siamo strutturati per lavorare al meglio, per dare il massimo ai nostri clienti e ai consumatori. In questa campagna metteremo a dimora 4,5 milioni di piantine di meloni, abbiamo tre sedi operative (Pachino, Massafra e Reggio Emilia) tutte dotate di specifiche linee di lavorazione, tra l'altro quelle pugliesi e siciliane appena rinnovate".



"Le tre sedi sono funzionali a una gestione ottimale del prodotto, con la lavorazione in loco che evita trasporti inutili e contiene quindi i costi. Le incertezze sono tante, però siamo pronti a fare la nostra parte assieme alla Gdo. Sarà una campagna difficile, a maggior ragione serve affrontarla con positività - prosegue l'imprenditore - e con la nostra professionalità abbiamo messo a punto tutte le varie fasi produttive della filiera del melone: quest'anno la stabilità si deve costruire passo a passo. Il nostro gruppo negli anni ha incrementato le superfici dedicate e ha investito in magazzini e impianti sempre più moderni: tutta la nostra famiglia crede nel melone, è il nostro mondo, la nostra passione - conclude Ettore Cagna - lavoriamo e investiamo per il presente e il futuro".



"Sono una persona estremamente positiva, altrimenti non farei questo mestiere, ma le incertezze del periodo destano preoccupazione - interviene Bruno Francescon, presidente dell'Op Francescon di Rodigo (Mantova) - I rincari sono all'ordine del giorno, i prezzi delle materie prime variano di continuo e per una campagna, come quella dei meloni, programmata lo scorso autunno questo finisce per rimettere in gioco tutti i fattori. Il rischio è di andare fuori controllo: noi stiamo mettendo in campo tutta la nostra esperienza e specializzazione per far fronte alle nuove sfide che avanzano. Per muoversi in questo contesto, però, bisogna essere ben strutturati: sono finiti i momenti della tentata vendita, non ci si deve vergognare di ridimensionare le superfici investite. A livello aziendale ci stiamo concentrando su una nuova linea di altissima qualità - conclude Francescon - una proposta che oggi in distribuzione non si trova, pensata per esaltare l'eccellenza che caratterizza la produzione mantovana".



"Mi aspetto una campagna meloni molto omogenea: sinora in Sicilia il clima ci sta aiutando - osserva Vincenzo Marrali, responsabile commerciale della Cooperativa San Tommaso di Licata - Le temperature sono state miti, ora manca un po' di acqua, ma in inverno abbiamo accumulato riserve idriche negli invasi da cui attingere per l'irrigazione. La campagna meloni, come dicevo, penso sarà lineare, senza picchi di produzione. Il freddo di gennaio ha bloccato i primi trapianti, qualche ripercussione ci sarà per il precocissimo di marzo ma come di consueto dai primi di aprile la Sicilia ci sarà".

La distribuzione



"In generale pensiamo ci saranno superfici produttive dedicate al melone inferiori rispetto agli scorsi anni - commenta Giordano Giorgi, category ortofrutta di Pac2000A Conad - Se gli impianti sotto serra saranno sostanzialmente confermati, ci sarà una contrazione nei trapianti sotto tunnellino e in pieno campo. I nostri programmi produttivi invece saranno di un 10% circa inferiori a quelli degli anni precedenti, ci troveremo a far fronte ad un aumento di costi in produzione pari a 10/15 centesimi al chilo, dovuti all’aumento del costo del petrolio, dell'energia, dei fertilizzanti, in attesa poi di capire tutte le ripercussioni legate anche al conflitto in Ucraina. Potenzialmente potrebbero anche esserci grosse difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata. Sarà un anno di selezione vera, dove piccole e grandi aziende saranno messe a dura prova e questo comporterà un profondo cambiamento di tutto il comparto produttivo. Da parte nostra continueremo a lavorare cercando di pianificare il più possibile la campagna, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo (varietà), cercando di privilegiare sempre più il gusto rispetto alla shelf-life del prodotto".



"A livello commerciale ci sarà da soffrire e le incertezze del momento non aiutano - osserva Federico Fapanni, venditore di Ortobergamo - I produttori avranno costi più alti e sul fronte dei prezzi le pretese saliranno. Nella campagna 2022, se la filiera fosse compatta, si potrebbe arrivare a ragionare anche di un prezzo minimo. Nel nostro lavoro ci focalizziamo su tre elementi importanti nel scegliere i meloni da commercializzare: il colore della polpa, più tende al rosso meglio è; sapore e aroma per conquistare i consumatori e infine la consistenza. Con un prodotto di alta gamma ci si difende bene anche nelle situazioni di difficoltà e a fine campagna le soddisfazioni non mancano".

Il commento di Nunhems

"Il 2022 si rivela come uno degli anni più sfidanti per la produzione di melone – commenta Matteo Bano, Account Manager melone e anguria Nord di BASF Vegetable Seeds – Le aziende più strutturate e specializzate si affacciano con determinazione ad un’annata che non ammette considerazioni poco ponderate o peggio errori".
L’anello d’unione della filiera sempre più emergente è la qualità del prodotto, aspetto preponderante di tutti i sondaggi volti al consumatore, seguito da sostenibilità e facilità d’acquisto.



"L’approccio Nunhems – conclude Matteo Bano – abbraccia tutta la filiera, per essere al fianco di tutti gli attori e a tutti portare la soluzione che più conviene alle necessità, dal produttore al distributore fino alla tavola del consumatore". E per restare aggiornati sull'attività di Nunhems per la filiera del melone e dell'anguria è possibile iscriversi al servizio WhatsApp News (clicca qui per accedere alla pagina).

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