La contrazione dell’offerta nazionale ed europea sulle
arance ha determinato un apprezzamento generalizzato dei listini all’origine
delle arance rispetto alla campagna 2020/21. Lo riporta il report Agrumi di Ismea.
L’aumento dei prezzi è stato rilevato sulle principali piazze e per le varietà
più importanti.
I dati sui primi due mesi della campagna in corso mostrano un
forte aumento delle importazioni di arance e il calo delle spedizioni verso
l’estero.
I dati relativi agli acquisti di arance confezionate
registrano un aumento del 4,2% su base annua e di circa il 10% rispetto al dato
medio del triennio precedente. L’incremento riguarda anche il prezzo medio di
vendita, +0,4% su base annua e +2,7% rispetto alla media del triennio
precedente. In conseguenza di ciò, è aumentata anche la spesa, rispettivamente
del +4,6% su base annua e +13% rispetto al dato medio del triennio.

Su questo risultato hanno inciso in maniera determinante sia
la maggiore offerta di prodotto confezionato sia l’atteggiamento positivo dei
consumatori verso un frutto ricco di vitamine e antiossiodanti.
La campagna 2021/22 delle arance è inoltre caratterizzata
dall’aumento dei prezzi nelle diverse fasi di scambio e dall’incremento dei
quantitativi importati. Inoltre, è prevedibile una riduzione dei consumi e
delle esportazioni. Sono attesi in flessione anche i quantitativi di prodotto
destinati all’industria di trasformazione in succo.
Passando in rassegna i prezzi all’origine delle principali
varietà si rileva che le arance del gruppo Navel hanno registrato un lieve
ritardo nell’esordio con quotazioni in flessione sulla piazza di Corigliano
soprattutto in confronto alle quotazioni dell’ottobre 2020. Anche sulla piazza
di Catania l’esordio della campagna delle Navel è avvenuto in ritardo e con
prezzi in diminuzione a causa del calibro medio piccolo che caratterizzava
molte partite. In dicembre e gennaio, la varietà Moro, in particolare sulla
piazza di Catania, ha registrato quotazioni inferiori rispetto a quelle dello
scorso anno e a quelle medie del triennio precedente.
Le diverse tipologie di arance Tarocco hanno registrato
quotazioni in aumento sia su base annua sia rispetto al triennio precedente e
l’incremento percentuale si è ampliato con il progredire della campagna di
raccolta e commercializzazione. Un discorso analogo può esser fatto per le
arance Washington Navel che sulla piazza di Agrigento - tra dicembre e febbraio
- hanno registrato quotazioni in aumento sia rispetto allo scorso anno (+16%),
sia rispetto alla media del triennio precedente (+27%).

Sulle vendite al dettaglio, invece, i dati del Consumer
Panel di Ismea e Nielsen permettono di stilare un bilancio consuntivo degli
acquisti di arance (sfuse e confezionate) dell’ultima campagna di
commercializzazione, da ottobre 2020 a settembre 2021. Si evidenzia, rispetto
alla campagna 2019/20, una lieve flessione degli acquisti in quantità (-0,6%)
mentre la contrazione della spesa è molto più marcata (-8,2%) a causa della
riduzione dei prezzi medi al dettaglio (-7,6%).
In definitiva, il mercato al dettaglio delle arance sembra
essere entrato in una nuova fase caratterizzata dal rinnovato interesse dei
consumatori per questo prodotto. Gli acquirenti mostrano una maggiore
consapevolezza circa le caratteristiche qualitative e nutrizionali e denotano
anche una maggiore propensione a remunerare il prodotto di maggiore qualità.
Le battute iniziali dell’attuale campagna sono state
caratterizzate da ritmi sostenuti delle importazioni, fenomeno imputabile al
prolungamento fino a ottobre della campagna commerciale del prodotto
dell’emisfero australe, mentre sul fronte delle esportazioni, nei primi due
mesi dell’attuale campagna, si registra la contrazione delle spedizioni a causa
della limitata produzione nazionale. Più in generale, si evidenzia come da
circa vent’anni l’Italia sia un importatore netto di arance. Nonostante il buon
livello quantitativo e qualitativo delle produzioni di Sicilia, Calabria e
Puglia, le importazioni superano ampiamente le esportazioni, determinando un
passivo della bilancia commerciale che varia in funzione del livello di offerta
interno e della destagionalizzazione dei consumi.
La campagna 2020/21 ha fatto eccezione a questa tendenza e
si è chiusa con un attivo della bilancia commerciale di circa 20 milioni di
euro, nonostante in termini di quantità il saldo si sia chiuso con un passivo
di circa 15 milioni di chili. Tale risultato è conseguenza della riduzione
della spesa per le importazioni rispetto alla campagna 2019/20 (-47%) e
dall’incremento degli introiti generati dalle esportazioni (+3%).

L’aumento
delle importazioni nella campagna 2019/20 era stato determinato dal livello
particolarmente scarso della produzione nazionale e dalla domanda delle
famiglie che invece è stata molto sostenuta, in concomitanza con la prima
ondata della pandemia, soprattutto tra marzo e maggio, con importazioni
triplicate dall’Egitto e raddoppiate dalla Grecia. Il confronto con i dati medi
del commercio estero delle tre campagne precedenti conferma la riduzione delle
importazioni, -31% in quantità e -29% della spesa; e l’incremento delle
esportazioni dell’Italia, +2% in quantità e +4,8% degli introiti.
La campagna in corso (così come quella 2019/20) è
caratterizzata da una produzione limitata e da una durata più breve del solito,
di conseguenza, è atteso un aumento delle importazioni dai paesi mediterranei
(Spagna innanzitutto ma anche Grecia ed Egitto) che risultano indispensabili
per integrare l’offerta nazionale di arance e ampliare il calendario delle vendite
rispetto a quello della raccolta.