Spagna, la protesta dei produttori sommerge la capitale

A Madrid oltre 800 mila persone tra agricoltori e allevatori contro i rincari

Spagna, la protesta dei produttori sommerge la capitale
Maggiori servizi sociali e sanitari, un piano shock per paralizzare il continuo aumento dei prezzi alla produzione agricola, oltre alla riduzione delle tariffe elettriche. Sono queste le principali richieste presentate dalle oltre 800 mila persone che lo scorso 20 marzo hanno inondato le strade della capitale spagnola nella protesta rinominata 20MRural.
Fra loro vi erano produttori, ma anche allevatori, provenienti da tutte le aree spagnole a vocazione agricola: l’obiettivo dell’iniziativa era combattere le politiche che stanno soffocando le campagne e le loro tradizioni.

A convocare l’appuntamento – come si legge nella testata Valenciafruits.com - sono state le principali organizzazioni del settore, come Asaja, Coag, Upa, Federazione reale spagnola di caccia (Rfec), Ufficio nazionale di caccia (Onc), Alleanza rurale, Unione degli allevatori del toro da combattimento (Uctl), Federazione nazionale delle comunità di irrigazione della Spagna (Fenacore), cooperative agroalimentari Alianza Rural. La protesta è iniziata in Plaza del Emperador Carlos V fino a Fuente de San Juan de la Cruz per arrivare al Ministero della Transizione Ecologica.



Riuniti sotto gli slogan "Insieme per la campagna" e "Il mondo rurale si sveglia", i manifestanti hanno chiesto rispetto e dignità per i contadini e le loro tradizioni. Una volta arrivata davanti al ministero della transizione ecologica, i presidenti delle associazioni si sono rivolti ai presenti con numerosi interventi.

Tra questi quello di Pedro Barato, presidente di Asaja, che ha evidenziato: “Questa è una mobilitazione storica perché le campagne non ce la fanno più. Il settore agricolo ha difeso la società in tempi di pandemia, per poi subire attacchi indiscriminati da parte del governo e aumenti dei costi di produzione. Abbiamo bisogno che sia riconosciuta la dignità dei professionisti agricoli e che siano messi a punto meccanismi per una maggiore redditività delle aziende”.


"È un peccato che i fornitori di energia si arricchiscano appesantendo la produzione alimentare, il tutto in un contesto in cui la sicurezza alimentare europea vacilla a causa dell'impatto della guerra in Ucraina", ha sottolineato il segretario generale del Coag, Miguel Padilla. Lo stesso ha chiesto anche la creazione di tavoli interministeriali per negoziare un piano shock urgente e che il governo intervenga nel mercato energetico, fissando un prezzo massimo per elettricità e carburante.

Il segretario generale dell'Upa, Lorenzo Ramos, ha denunciato la speculazione che sta avvenendo ingiustamente su molti prodotti, aumentando i costi di produzione in modo insostenibile. “La legge sulla catena alimentare va applicata alla lettera”, ha specificato.

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook dell'associazione Ava Asaja

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