Agrumi, cosa ci insegna questa stagione

Soddisfazione dalle varietà tardive. Limoni, urge segmentare

Agrumi, cosa ci insegna questa stagione
La stagione degli agrumi italiani - iniziata lo scorso ottobre con le clementine e proseguita con arance e limoni – volge ormai al termine: a fine mese avremo ancora mandarini e clementine, con le arance si andrà avanti fino a maggio, mentre c'è ancora qualche mese per i limoni.

Gli agrumi hanno un peso rilevante nel reparto ortofrutta durante l'autunno-inverno, con un'incidenza a valore che varia dal 10% di inizio stagione fino a quasi il doppio quando si è in piena campagna.



L'innovazione varietale, che negli ultimi anni ha vissuto una importante accelerazione, ha i suoi riflessi anche nelle dinamiche di reparto. Le produzioni italiane di piccoli agrumi, ora presenti grazie alle varietà tardive fino a fine campagna, hanno permesso a clementine e mandarini di origine italiana di coprire un calendario semestrale, lasciando così meno spazio al prodotto estero. La famiglia dei mandarini vale circa il 25% della categoria agrumi.

Per clementine e mandarini la stagione si chiude in modo positivo, con buoni risultati di vendita pur con alti e bassi (sopratutto ad inizio campagna), ma con dati confortanti che saranno da stimolo per la prossima campagna. Dati che confermano come l'innalzamento qualitativo e gustativo delle nuove varietà sia stato un buon investimento per il mondo produttivo italiano e che sopratutto i consumatori hanno dimostrato di gradire.



I limoni italiani, che con le attuali varietà hanno iniziato la loro stagione a dicembre, stanno soffrendo invece nei consumi: vero è che la loro destinazione d'uso è differente dagli altri agrumi e di solito rappresentano un acquisto routinario, credo però che su questi prodotti si possa e si debba lavorare per alzare l'asticella della qualità, segmentando l'offerta verso l'alto: le attuali proposte sono ora ampie numericamente ma piatte, con referenze molto simili, visto comunque i numeri importanti che i limoni sviluppano nel corso dell'anno, raggiungendo una incidenza nella categoria agrumi poco sopra il 25%.

Le arance italiane – bionde o rosse che siano - da sempre rappresentano una eccellenza dell'agrumicoltura tricolore e dopo un inizio stagione che veniva presentato come “disastroso” per le avversità meteorologiche, quindi con mancanza di prodotto e di calibri grossi, in realtà i consumi hanno tenuto, anche se si presentano in leggero calo. Ma su questi dati, sopratutto negli ultimi mesi, hanno inciso altre avversità impreviste, come i rincari energetici e l'ultimo blocco di febbraio degli autotrasportatori, che hanno creato parecchi disservizi, in aggiunta anche ad una inferiore promozionalità della distribuzione dovuta appunto alla mancanza di prodotto.



Quella delle arance italiane è stata comunque un'annata che qualitativamente ci ha regalato frutti buoni e dove la segmentazione e la scala prezzi - sia verso il basso che verso l'alto - ha trovato riscontro nei consumatori e dimostrato che è la strada giusta da seguire. Le arance italiane nella categoria agrumi hanno una incidenza del 45% e coprono 8-9 mesi del calendario, lasciando spazio al prodotto estero solo nei mesi basso vendenti.

I segnali positivi non mancano per questa categoria, che siano da buon auspicio per la prossima stagione.

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