Consumi ortofrutta, cala la spesa: il report di Cso Italy

Consumi ortofrutta, cala la spesa: il report di Cso Italy
Torna negativo l’andamento dei consumi di frutta e verdura, dopo una breve inversione di tendenza registrata durante il periodo di maggior emergenza sanitaria. Da gennaio a dicembre 2021, i quantitativi acquistati sono stati 5,9 milioni di tonnellate, con un differenziale superiore al -3% rispetto all’anno precedente. Una contrazione che si riflette sulla spesa, passata da 12 a 11,8 miliardi di euro, con una variazione del -2%, conseguenza anche di un lieve incremento del prezzo medio, +1%. 

È questo in sintesi il contesto descritto dall’analisi dei dati, rilevati da GFK ed elaborati dall’Osservatorio di Mercato di CSO Italy, rispetto ai consumi di ortofrutta fresca delle famiglie italiane nel 2021. I volumi di frutta acquistati si sono fermati a poco più di 3 milioni di tonnellate (-4% anno su anno), che in termini assoluti si traduce in un ammanco di quasi 112  mila tonnellate. Contrazione del -3% per gli ortaggi, con un totale di circa 2,8 milioni di tonnellate e una variazione rispetto al 2020 di circa 80 mila tonnellate.



Il prezzo medio della frutta si è mantenuto in linea con quello del 2020, ovvero ben al di sopra della media del triennio precedente; mentre, nel caso degli ortaggi si evidenzia una crescita del 3%. Nella Top10 dei frutti più acquistati calano i volumi consumati per ben 8 specie; si salvano solamente angurie e meloni. Stesso trend per gli ortaggi: nel confronto con il 2020, nella lista dei più consumati, solo carote e zucchine non seguono una curva discendente.

Secondo l’Osservatorio CSO Italy, l'acquisto medio di ciascuna famiglia italiana è stato di circa 229 kg, ovvero di quasi 7 kg in meno rispetto ai 12 mesi precedenti. Anche in termini pro-capite l’annualità chiude confermando il calo dei consumi, passati da 102 a 100 kg. In particolare per la frutta si parla di 51 kg di frutta mentre per gli ortaggi di 48 kg.

In contrazione anche la spesa media per famiglia (-2%), dai 466 del 2020 ai 458 euro del 2021. In termini pro-capite tale voce è pari a 199 euro (-1%), di cui 102 euro riconducibili all’acquisto di frutta e 97 euro di ortaggi. L’andamento dei consumi domestici si riflette in modo generalizzato sui volumi gestiti all’interno dei canali di distribuzione. Mosca bianca i supermercati (+5%), che trascinano la GDO aumentandone la rilevanza sul totale degli acquisti totali nazionali, con una percentuale passata dal 69% al 72%, accentrando così oltre 4,2 milioni di tonnellate (+1%). 



Al contrario, come detto, segno meno per tutte le altre fonti di approvvigionamento:  ipermercati (-2%), discount (-1%) e piccole superfici. Queste ultime, che avevano beneficiato di aumenti elevatissimi durante i mesi di lockdown perché preferite alle superfici più grandi, nel 2021 perdono il 33%. Flessioni pesanti anche per i canali tradizionali (-15%), i mercati ambulanti (-14%) e i fruttivendoli (-15%).

Dall’analisi della distribuzione geografica dei consumi emerge che sul territorio nazionale circa il 33% dei responsabili acquisto ha 65 anni o più. È proprio all’interno di questo gruppo che si concentra il 42% dei consumi di ortofrutta fresca, seguono con il 20% delle quote le famiglie con un responsabile acquisti di età compresa fra i 55 e i 64 anni e quelli della fascia tra i 45 e i 54 anni. Il 13% dei volumi di frutta e verdura fresca, infine, sono stati acquistati da chi ha fra i 35 e i 44 anni, mentre il restante 5% dagli under 34.



Fonte: Ufficio Stampa Cso Italy