Piemonte, mandorli al posto di peschi e kiwi

È nato il consorzio della Mandorla del Piemonte. Il presidente: «Puntiamo alla Gdo»

Piemonte, mandorli al posto di peschi e kiwi
Là dove prima c’erano peschi e kiwi, ora ci sono mandorli. È la svolta del Piemonte, in particolare le zone del cuneese, alessandrino e astigiano che da un paio di anni stanno conoscendo una diversificazione delle coltivazioni dovuta ai cambiamenti climatici, alla moria del kiwi e ad un calo delle vendite delle pesche. I mandorli prendono sempre più piede tra i corileti, ed è nato anche un consorzio ad hoc di valorizzazione e tutela della Mandorla del Piemonte, che riunisce 14 produttori. 



“Il Consorzio – spiega a IFN il presidente Paolo Aimar – è nato la scorsa estate dall’esigenza di commercializzare un prodotto che si sta facendo largo in un areale vocato alla nocciola. A livello produttivo, in campo finora abbiamo ricevuto buoni riscontri dalle piante, che si adattano bene al nostro clima, ma la situazione non è omogenea, perché ci sono impianti ancora troppo giovani per entrare in produzione. Per quanto riguarda le vendite, invece, la richiesta è buona da parte delle aziende locali piemontesi”.



Attualmente le superfici a mandorlo si sviluppano su 13 ettari, per una produzione totale lo scorso anno di 60 quintali. Le varietà principali sono la Tuono e la Penta. “La coltivazione della mandorla in Piemonte è nata perché ci sono state problematiche con altri frutti – continua Aimar – come i kiwi e le pesche. Queste ultime soffrono molto il freddo e le gelate oltre a vivere negli ultimi anni un calo di richieste. I produttori hanno deciso quindi di lanciarsi sulla mandorla anziché sulla nocciola, proprio per diversificare le colture. Non ci sono per ora aziende agricole specializzate solo nella coltivazione di mandorle. Io ad esempio coltivo anche castagne, mentre altri sono melicoltori o producono anche noci”.


 
La diversificazione nella produzione della frutta a guscio ha portato anche alla creazione di un marchio per la vendita di questo tipo di prodotti date le crescenti richieste commerciali. “Si chiama Frutta a guscio del Piemonte – entra nel dettaglio il presidente – e raggruppa mandorla, noce, castagna, arachide e nocciola. Per ora è più la domanda della frutta a guscio disponibile, ma come consorzio stiamo cercando di completare la gamma di prodotti già da quest’anno per la grande distribuzione organizzata, il canale su cui puntiamo di più. In futuro ci piacerebbe rivolgerci anche alla pasticceria, ma per adesso richiede troppa lavorazione”.

Copyright 2022 IFN Italiafruit News