Radicchio tardivo, il freddo garantisce un buon prodotto

Tosatto (Consorzio Treviso Igp): «L'obiettivo è il residuo zero, ce lo chiede la nostra coscienza»

Radicchio tardivo, il freddo garantisce un buon prodotto
Procede a gonfie vele la stagione del radicchio rosso di Treviso tardivo marchio Igp. Iniziata a novembre, il freddo sta dando una mano nella gestione post raccolta del prodotto e le vendite tengono banco. 



“Il radicchio tardivo – racconta Andrea Tosatto, presidente del Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso Igp e Radicchio Variegato di Castelfranco Igp – ha subito il caldo dei mesi di ottobre e novembre, che ha influito generando rese inferiori all’inizio della campagna. Successivamente però, le temperature si sono ristabilite e durante la fase del post raccolto, quella chiamata di imbiancamento che richiede dai 15 ai 25 giorni in cui il radicchio è messo a maturare nelle vasche d’acqua risorgiva, è molto importante che la temperatura esterna si mantenga rigida in maniera costante per consentire di rispettare i quantitativi che sono stati programmati. Quest’anno, a parte all’inizio, di problemi non ce ne sono stati e il prodotto è buono, con prezzi alla produzione attorno ai 3 euro”. 



Il Consorzio che conta in totale 110 associati e nell’ultimo periodo si è posto l’obiettivo di portare la denominazione verso un prodotto ancora più sostenibile, e quindi a ‘residuo zero’ limitando l’uso di fitofarmaci. “Ce lo chiede la nostra coscienza – dichiara il Presidente - ma anche i consumatori sempre più consapevoli delle loro scelte. Il radicchio tardivo ha un ciclo molto lungo quindi i residui sono già bassi, ma stiamo facendo le prove per ridurli ancora di più. Il nostro vantaggio è che quasi tutte le nostre aziende che producono semi coltivano anche, perciò è più semplice sederci attorno ad un tavolo e uniformarci sul percorso da intraprendere, ovvero la selezione dei semi per trovare le varietà più resistenti alle patologie”.



La decisione di concretizzare è fresca. “Il Consiglio di Amministrazione si è riunito qualche sera fa e stiamo pensando di metterci in gioco con l’aiuto dell’Università di Padova per strutture e tecnologie e spero che la regione Veneto, che già ci è vicina, ci supporti nel cammino”. 

La produzione certificata dell’annata 2020/21 ha registrato un incremento del 15% rispetto alla stagione iniziata nel 2019. Quest’anno per Tosatto si procede sulla falsariga con vendite lievemente inferiori. “La pandemia ha creato e crea problemi di consumo in generale, ma se facciamo un confronto con l’anno passato siamo abbastanza in linea con le vendite. Se c’è una cosa che ci spaventa di più in questo momento è l’aumento dei costi che mette in difficoltà l’intera filiera”. 

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