Cedri, perchè coltivarli sotto i pannelli fotovoltaici

In Calabria un modello di agricoltura sostenibile, con risparmi idrici fino al 70%

Cedri, perchè coltivarli sotto i pannelli fotovoltaici
A Scalea (Cosenza) le piante di cedri e arance crescono indisturbate all’ombra dei pannelli fotovoltaici. Succede nell’azienda Le Greenhouse, un impianto di ben 4 mila piante, costantemente controllate da remoto tramite piccoli sensori.

“L'impianto – come riportato nell’articolo di La Repubblica– è nato dal know-how di Ef Solare, primo operatore fotovoltaico in Italia controllato dal fondo infrastrutturale F2i, ha emissioni di anidride carbonica compensate, produce energia green e frutti perfetti, poi venduti a consorzi locali e alla grande distribuzione a chilometro quasi zero”.
Si tratta di agro-fotovoltaico, un’esperienza iniziata nel 2011 dalla famiglia Lancellotta, che gestisce con Le Greenhouse la parte agricola degli impianti calabresi. “Imprenditori agricoli da tre generazioni – continua l’articolo - da sempre con lo sguardo alla sostenibilità, i Lancellotta hanno creduto nell'agro-fotovoltaico quando ancora l'accusa era che con le celle fotovoltaiche si togliesse spazio all'agricoltura”.


Antonio Lancellotta, insieme alla famiglia gestisce con LeGreenHouse
 la parte agricola degli impianti calabresi

Nelle serre vengono coltivati il cedro liscio "diamante" e il limone. “Questi frutti – spiega Antonio Lancellotta, che proprio per le serre tecnologiche è aggiudicato il premio Coldiretti '’Oscar Green 2021’ per i giovani coltivatori della Regione Calabria -  sono risultati superiori agli standard qualitativi richiesti dai disciplinari di produzione Igp, grazie al microclima favorevole in termini di temperatura e umidità e soprattutto grazie alla protezione meccanica delle celle fotovoltaiche che sottraggono i frutti alle intemperie meteorologiche". 
A coordinare i lavori in serra oggi sono Antonio e la sorella Mariangela: i due – specifica l’articolo - hanno convinto EF Solare a investire ancora nell'agro-fotovoltaico, portando gli impianti installati dal gruppo italiano guidato da Andrea Ghiselli a 40 ettari e 18 MW complessivi nella sola Calabria.



Nelle serre, i pannelli sono posti su strutture elevate e distanziate, che fungono allo stesso tempo da supporto per l'irrigazione. Le strutture portanti sono in acciaio mentre il tetto è costituito da ‘cupolini’ trasparenti che si aprono e chiudono a seconda delle condizioni esterne di sole e vento.
L'ambiente interno alla serra appare più fresco d'estate e più caldo in inverno, riducendo notevolmente l'evaporazione dell'acqua irrigata. “Ciò migliora la capacità fotosintetica e contemporaneamente incrementa la resa energetica dell'impianto (la producibilità dei pannelli aumenta a temperature di lavoro più basse) – continua l’articolo - Ma il beneficio principale resta la riduzione dell'impronta idrica, pari al 70% rispetto alla coltivazione in pieno campo”.
In particolare, il valore aggiunto delle serre è dato dalla subirrigazione: “la goccia d'acqua viene liberata da manichette a 20 cm sotto il pelo del terreno e raggiunge la pianta senza ‘soffrire’ direttamente i raggi del sole, che vengono in gran parte bloccati e trasformati in elettricità dalle celle fotovoltaiche. Nei soli impianti calabresi di EF solare, gestiti da LeGreenHouse, si evita l'emissione di oltre 11 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno”.
La gestione dell’impianto necessita di una media di 15 operai in attività di monitoraggio e coltivazione del fondo, che arrivano fino a 30 nel periodo di raccolta. 

Foto: www.legreenhouse.it

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