«Pomodoro, il Tomato brown virus non fa sconti»

Cassarino (Doses): «Prezzi allegri, ma quest'estate saremo invasi dal prodotto olandese»

«Pomodoro, il Tomato brown virus non fa sconti»
Il pomodoro ha da poco iniziato il suo ciclo invernale nella fascia trasformata del sud-est della Sicilia e deve fare i conti con il Tomato brown rugose fruit virus, la malattia che da qualche anno sta mettendo a dura prova le colture di pomodoro del Sud Italia. Abbiamo intervistato Antonio Cassarino, produttore e presidente del Doses, il distretto ortofrutticolo del Sud-Est della Sicilia, per fare il punto su opportunità e criticità del pomodoro in questo 2022.

Presidente, com’è partito il ciclo invernale?

“I trapianti in serra fredda sono avvenuti tra settembre e ottobre e adesso, tra gennaio e febbraio avviene la raccolta dei prodotti, ma non va per niente bene, perché valutiamo una flessione nella quantità di pomodoro pari al 70%. Questo si riflette anche nei prezzi, che sono allegri da molto tempo a causa del virus Tomato brown che per noi è quasi più endemico della variante Omicron. Colpisce soprattutto il pomodoro a bacca grossa decolorando e pigmentando il frutto. Molti agricoltori hanno riscontrato perdite di produzione tra il 20 e il 70% della potenzialità e si sono scoraggiati”.

Cioè?

“Non hanno potuto ripiantare di nuovo pomodori, perché altrimenti la monocoltura avrebbe aumentato il problema riportando il virus. Hanno quindi deviato su melanzane e zucchine per far regredire la malattia”.

Una piaga quella del Tomato brown, ancora senza soluzione...

“Nonostante il sentore sia negativo, sono fiducioso e spero che quest’anno sia quello decisivo per l’arrivo di nuove varietà di pomodoro resistenti e allo stesso tempo convenienti per assicurare una buona resa. Tra settembre e ottobre le case sementiere dovrebbero uscire con delle novità in questo campo perché ci lavorano già da due anni”.

Diceva che i prezzi sono sostenuti. Un esempio?

“Attualmente il prezzo del pomodoro a Vittoria va da 1,50 euro al kg per il pomodoro grosso, ai 3,50 per il datterino rosso passando per i 2,50 per il ciliegino rosso. L’anno scorso i prezzi erano più bassi del 30%, quest’anno invece si stanno tenendo alti”.



La produzione estera quanto influisce sulla determinazione di questi prezzi?

“Al momento tanto perché lo stesso virus ha colpito anche Spagna, Marocco e Olanda. Tutti Paesi che hanno subito ingenti perdite perché la produzione è finita prima e perciò i prezzi sono risaliti. I produttori olandesi hanno addirittura smesso la produzione perché la coltivazione avviene in serre riscaldate, ma il costo del gas è triplicato quindi si sono messi in stand-by per quanto riguarda il pomodoro in attesa di tempi migliori. Questa mossa però è positiva per noi solo adesso. Prevedo infatti che trapianteranno a marzo e a quel punto da maggio a settembre saremo sommersi di pomodoro proveniente dal Nord Europa che riabbasserà inevitabilmente i prezzi causando problemi di commercializzazione”.

L’andamento climatico invece?

“Non ci sono state gelate per ora, l’inverno è mite e lo è stato anche l’autunno. Qualche folata di vento improvviso ha creato qualche danno alle serre a novembre, ma non è quello che ha compromesso la produzione”. 



Guardando avanti, a livello di distretto sono previste delle iniziative?

“Stiamo partecipando a un bando con la Regione Sicilia per rendere operativo un business hub della regione siciliana presso la Camera di Commercio italiana a Dubai. Si tratta di una grande opportunità perché quello degli Emirati Arabi è un mercato redditizio che non guarda al centesimo, ma alla qualità permettendoci di uscire dalle logiche di mercato dell’Olanda che deprime i prezzi in estate”.

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