La Trentina, (un) modello per superare le crisi nei rapporti di filiera

Aggregazione, unico strumento per far valere gli interessi della produzione

La Trentina, (un) modello per superare le crisi nei rapporti di filiera
I proclami, gli appelli e le richieste di dialogo che il mondo produttivo sta lanciando in queste settimane sul tema dei costi avrebbero tutt’altro sapore se il sistema stesso avesse raggiunto adeguati livelli di aggregazione nei confronti dell’industria e della distribuzione.
Non avrei sollevato questo tema se non avessi notato che una delle poche operazioni degne di nota avvenute negli ultimi tempi all’interno del nostro sistema ortofrutticolo è passata quasi inosservata.

Mi riferisco al progetto di fusione delle cooperative di La Trentina, su cui – a parte la notizia (clicca qui per leggerla) - non ho visto un solo commento, una considerazione o, almeno, una riflessione, viceversa spese a piene mani per suggerire come affrontare in modo più o meno istrionico il nodo rincari. Eppure si tratta di un piano di riorganizzazione che, partito nel 2015 con un consorzio di gestione fra le cooperative socie del Consorzio, ha portato nel 2020 al trasferimento delle attività commerciali ad APOT, l’AOP gestita con Melinda e Co.Pa.G., e – infine – alla trasformazione del sistema consortile in un’azienda unica, come di recente deliberato dalle assemblee delle cooperative. Risparmi, efficientamenti, ammodernamenti e valorizzazione realizzati grazie all’aggregazione hanno portato le liquidazioni della Golden da meno di 25 centesimi al kg dell’inizio del processo ai circa 40 centesimi della stagione 2020-2021. Un risultato su cui pochi avrebbero scommesso.



Ho stimolato questo processo e ho partecipato attivamente alla sua realizzazione sin dall’inizio, per questo non avrei voluto parlarne, speravo lo facessero altri, ma di fronte all’indifferenza generale, mentre tutto il sistema ortofrutticolo chiede e invoca - quando non supplica - di veder riconosciute le proprie ragioni di fronte ai rincari, credo sia necessario ricordare che tutto sarebbe molto più facile e immediato se il sistema fosse più coeso e potesse far maggiormente valere le sue ragioni anche grazie ad un differente potere di mercato. Basta guardare quanto sta facendo quella parte dell’industria alimentare che si è aggregata. Vive nello stesso mare ma su una barca molto più attrezzata a sostenere le tempeste.

Viceversa, tutte quelle imprese che rappresentano quote risibili dell’offerta di un prodotto, soprattutto se stagionale e molto deperibile, magari addirittura legato ad areali in parziale sovrapposizione come calendario produttivo e commerciale, sono come gusci alla deriva, in balia delle onde che si fanno ora più alte e ripide perché spinte dal vento impetuoso della speculazione su scala globale. È come navigare sotto i “quaranta ruggenti”, la latitudine sud dove non vi è terra che attenui la forza del vento e le onde diventano montagne d’acqua contro cui non si può andare. Così, nulla possono le nostre singole imprese contro la forza di un mercato globale dell’energia, delle materie plastiche, di quelle azotate e cellulosiche, dove hanno il potere di uno yacht a Capo Horn.



Occorre poter resistere, ma per far ciò è necessario poter trasferire almeno in parte i maggiori costi a valle, spiegando in modo semplice ciò che sta accadendo e sostenendo le proprie ragioni. La portata dei rincari non è assorbibile da imprese che già sono al limite della sopravvivenza per assenza di marginalità. Ma senza aggregazione ciò non è possibile, poiché ogni mattina vi sarà un disperato che, pur di fatturare qualcosa, venderà sottocosto facendo mercato a danno suo e di tutti gli altri. E, nel mondo frammentato dell’offerta ortofrutticola, ogni mattina un disperato si trova sempre.

Per questo, situazioni come quella di La Trentina non dovrebbero essere casi di studio ma regola, tanto più che, anche dove le imprese in gioco non avessero tutte la stessa matrice cooperativa come in questo caso, oggi vi sono nuovi strumenti di aggregazione – come nel caso di UNAPera – che sono più duttili e adatti per situazioni più complesse. L’importante è raggiungere l’obiettivo: senza vera aggregazione in questa giungla non si sopravvive.

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