«Addio di T18 fulmine a ciel sereno: era un riferimento»

Il presidente Caat Lazzarino: più dispiaciuti che preoccupati. I grossisti: troppo pessimismo

«Addio di T18 fulmine a ciel sereno: era un riferimento»
Marco Lazzarino, presidente del Caat, per il vostro Centro la chiusura delle attività del Gruppo T18 è una brutta notizia...
"Permetto che al momento, vale a dire le ore 11 di giovedì 9 dicembre, non abbiamo comunicazioni ufficiali, quello che sappiamo lo abbiamo letto come tutti, i contratti sono ancora in essere... Ma al di là di questo, il commento mio e dell'ente gestore non può essere che improntato al dispiacere: Edoardo Ramondo ha rappresentato da sempre una figura di imprenditore importante e innovativo, che aveva saputo ampliare le merceologie, investire in digitalizzazione. Una persona stimata e attiva che tra l'altro aveva fatto parte del Cda del Caat, oltre a essere vicepresidente dei grossisti torinesi".



T18 occupava, anzi occupa, più spazi di qualunque altra azienda in Mercato: siete preoccupati di come colmare il vuoto, tenendo conto del difficile momento attraversato dal commercio all'ingrosso di ortofrutta?
"T18 dispone dei maggiori spazi locati ed è probabilmente leader anche in termini di merce movimentata: un po' di preoccupazione c'è, ma siamo a conoscenza di aziende interessate a investire sul nostro mercato che, non dimentichiamo, è occupato al 100% sulla corsia commerciale... Qualora la decisione venisse ufficializzata e si dovessero rendere disponibili gli spazi, confidiamo insomma si possa assorbire il colpo, anche se probabilmente in maniera graduale...". 



Insomma è più il dispiacere della preoccupazione...
"Assolutamente sì. E' una perdita che si farà sentire in termini di professionalità, d'inventiva, di partecipazione. Ramondo, perfetto e puntuale pagatore, era uno stimolo per tanti colleghi".

Fin qui il presidente del Caat. Nel pomeriggio di ieri è arrivata anche la reazione dei grossisti torinesi e del loro leader nazionale: “La chiusura delle aziende del gruppo T18 ha sorpreso un po’ tutti, tuttavia non si può declinare da ciò uno stato di sofferenza generalizzata del settore e ancor meno del Centro Agroalimentare di Torino”, commentano dall’Apgo-Fedagro Torino. 

"Senza voler ne poter giudicare la scelta di Edoardo Ramondo, scelta che cade tra quelle che un imprenditore può legittimamente fare, occorre sottolineare come il mercato all’ingrosso dell’ortofrutta di Torino ha dato prova di buona tenuta durante tutta la pandemia, i volumi delle vendite sono cresciuti ed è stato garantito l’approvvigionamento di beni alimentari di prima necessità a tutta la filiera. E’ innegabile che ci si trovi davanti a un momento storico in cui è necessario evolvere e sviluppare le proprie aziende, questo può spaventare, ma rappresenta anche un’opportunità che certamente alcuni operatori sono più pronti a cogliere, alcuni hanno già colto, mentre altri incontrano maggiori difficoltà". 



"Ciò nonostante - conclude Apgo - il settore di compravendita all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli pare reggere meglio di altri settori le difficoltà immanenti di un sistema economico globalizzato, in rapida evoluzione e privo di quella stabilità che caratterizzava tutti i mercati fino a venti anni fa. La visione offerta dall’amministratore delegato del gruppo T18 pare troppo pessimistica e, pertanto, non condivisibile. Certamente le sfide da affrontare sono e saranno molte (nuove esigenze del consumo, rivalutazione dei mercati di piazza, e-commerce e servizi offerti, sicurezza alimentare, etc…), ma rispetto ad altri settori, questo, per le sue caratteristiche intrinseche (alta specializzazione, alta deperibilità e stagionalità della merce, necessità di infrastrutture territoriali importanti) è meno sottoposto alla concorrenza diretta delle grandi multinazionali, purché sappia aggiornarsi costantemente e adeguatamente". 

Dice il presidente nazionale di Fedagromercati Valentino Di Pisa: “Sono rammaricato che un’azienda storica ed innovativa come questa abbia chiuso però bisogna cercare di fare il possibile per andare avanti senza abbandonare il campo. Il settore dell’ingrosso ortofrutticolo è vivo e vegeto, nonostante le complessità degli ultimi anni, e bisogna cercare di uniformarsi alle esigenze dei consumatori e dei clienti, adeguandosi ai trend del comparto".

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