Noci, come districarsi in un mercato incerto

Vancini (Alimex): “Combattiamo a colpi di qualità, di fedeltà e di servizio”

Noci, come districarsi in un mercato incerto
C'è confusione nel mercato delle noci. Dopo un 2020 di grande richiesta è partita la commercializzazione della nuova campagna: lo scenario vede una produzione statunitense in marcata contrazione, è lecito quindi pensare a una minor pressione sul mercato europeo. E in Italia la noce francese può consolidare la propria posizione. Di questo scenario abbiamo parlato con Davide Vancini di Alimex, società modenese che commercializza in esclusiva nel nostro Paese da oltre 25 anni le noci francesi prodotte dai soci della cooperativa Coopenoix.
 

Vancini, da un punto di vista produttivo come è andata la raccolta in Francia?

E' stata una raccolta notevole. Le piogge insistenti dell'estate, abbinate a condizioni favorevoli di ventilazione che hanno aiutato a tenere lontano attacchi fungini e di altri patogeni, hanno portato a una produzione con calibri medio-grandi che non avevamo da tempo. La qualità è superiore alla media e tutto questo ci ha permesso di presentarci sul mercato proprio con quelle condizioni che il mercato richiede. Dopo il disastro dello scorso anno, dovuto ai prezzi bassi imposti dai player americani, in questa campagna siamo riusciti a rialzare le quotazioni a un livello di sopravvivenza per i produttori.
 

Ma dall'America arriverà meno prodotto?

C'è una situazione incerta nel mercato americano: gli Usa hanno alzato molto i prezzi perché hanno il 20% in meno di volumi, hanno iniziato a vendere franco partenza perché i costi dei noli sono quintuplicati. Un bel problema per gli importatori: i noli aumentano anche durante il viaggio... si acquista senza sapere l'esatto costo del prodotto. La Chandler americana arriverà non prima di Natale, forse dopo. E poi pare che la qualità del prodotto statunitense sia mediocre a causa delle piogge durante il periodo di raccolta.

La noce europea avrà quindi una chance in più?

Noi stiamo lavorando bene, non ci sono speculazioni e ricordiamo che gli attuali prezzi sono abbondantemente inferiori rispetto a quelli di 4-5 anni fa. In Italia c'è ancora stock di prodotto sudamericano, c’è merce dell'Est Europa e poi ovviamente il prodotto italiano che vive comunque in una nicchia protetta: nel mercato c'è comunque merce che offusca un po' l'immagine del prodotto noce. Ma si chiama concorrenza e globalizzazione: il segmento vive un momento positivo e tanti operatori si sono tuffati in questo business.

 

Come ci si difende?

La nostra agenzia negli ultimi 25 anni ha costruito un prodotto di qualità, puntando sulla distintività dei marchi e soprattutto su equilibri commerciali sul territorio. Ci difendiamo quindi a colpi di qualità, di fedeltà e di servizio: i nostri fornitori sono i migliori di Francia e cerchiamo di resistere. Con la noce di francese siamo leader di mercato in Italia: abbiamo perso volumi nei mercati tradizionali, ma abbiamo recuperato alla grande con la Gdo, che non può più fare a meno di riconoscere e valorizzare il prodotto d'Oltralpe, che vale oltre il 20% del consumo italiano.
 

Il 2020 è stato un anno positivo per la frutta in guscio. Ora il mercato come si sta comportando?

Il mercato, dopo una estate molto scarsa e con consumi in flessione anche per il grande caldo, si sta riprendendo. Purtroppo molti prodotti sono condizionati da problemi di trasporto e da raccolte scarse a causa del gelo della primavera scorsa il che sta provocando un aumento dei prezzi che rischia di influire anche sui consumi. Inoltre c'è molta confusione, il mercato offre di tutto a tutti i prezzi e tantissimi operatori che della frutta secca hanno sempre fatto il loro core business stanno soffrendo per l’entrata di altri, del mondo dell’ortofrutta che attirati da un mercato favorevole sono entrati senza le dovute competenze. E’ un fenomeno assolutamente normale anche se non facile da gestire sia da parte del trade che da parte del consumatore che anche se maturo, davanti a un'offerta tale può rimanere disorientato. Per le noci credo che i consumi siano arrivati a un punto che difficilmente potrà aumentare ancora in maniera sostanziale. Si può lavorare su prodotti più elaborati, mix, barrette da consumare in vari momenti della giornata, ma le noci in guscio, da consumare prettamente a casa, hanno il loro mercato consolidato. Sicuramente il mercato si sta muovendo sempre di più verso il prodotto italiano ed europeo garanzia di qualità, verso il prodotto ecologicamente più prossimo, che rispetta le norme che regolano l’utilizzo di fitofarmaci e fertilizzanti, che rispetta chi lavora. Tutti elementi che cominciano finalmente a pesare veramente nella scelta di consumo.

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