«Pere, sui prezzi dovremo accontentarci»

Il produttore bolognese Marco Bosi: «Oltre una certa cifra il consumatore non compra»

«Pere, sui prezzi dovremo accontentarci»
Momento di stasi per il commercio di pere. La scarsità dei volumi disponibili e la ridotta domanda delle ultime settimane hanno portato diverse aziende private che vendono all’ingrosso a decidere di “stoppare” le lavorazioni in magazzino per aspettare il periodo natalizio, quando si pensa che i consumi possano aumentare. 

“Il mercato è andato bene fino a metà ottobre. Fino a oggi abbiamo venduto più che altro pere William, a prezzi buoni di 1,5-1,8 euro il chilo a seconda della pezzatura e della qualità. Ma anche per l’Abate Fetel c’è stata una richiesta discreta: dal periodo della raccolta a metà ottobre, il prodotto lavorato e calibrato ha spuntato infatti quotazioni comprese tra 2 e 2,6 euro il chilo”, spiega a Italiafruit News Marco Bosi, produttore e commerciante di Valsamoggia (Bologna).


Marco Bosi

Dalla seconda parte di ottobre, la domanda di pere si è un po’ fermata dato che i grossisti del Nord Italia si sono orientati su arance, clementine e mandarini. “Noi aspetteremo il periodo dell’Immacolata per riprendere le lavorazioni", precisa Bosi. Che - di prassi - non effettua trattamenti in post raccolta per allungare la conservazione dei frutti. "A dicembre pensiamo di poter realizzare buone vendite, ma la regola da seguire sarà quella di non pretendere prezzi troppo alti. Già oggi i prezzi sono più alti di 1,5-2 euro il chilo rispetto all'anno scorso. Noi produttori dovremo quindi accontentarci sapendo che i consumatori, se dovranno pagare le pere più di 3,5-4 euro il chilo, non le compreranno. Ma si sposteranno su altri prodotti”.

La principale preoccupazione in vista del periodo di Natale è legata agli aumenti dei costi dell’energia per tenere accese le celle frigorifere. “Il costo dell’energia è salito alle stelle nel corso delle ultime settimane. Allo stesso tempo ci sono stati aumenti per il carburante e per gli imballaggi in plastica e legno. C'è quindi la paura che tutti questi rincari, in prospettiva, vadano ad alzare ulteriormente i valori di mercato e a bloccare un po' i consumi di pere".

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