Rischio «Medicane», fiato sospeso al Sud

Un uragano di categoria 1 potrebbe colpire Sicilia e Calabria

Rischio «Medicane», fiato sospeso al Sud
Ieri il tempo è stato sereno. Una giornata di tregua dopo tre giorni "neri" di continue piogge e venti intensi. Ma per i produttori agricoli di Sicilia e Calabria non è ancora finita. Anzi: le prossime 48 ore saranno di forte tensione, con gli occhi rivolti verso il cielo. Tra oggi e domani, infatti, gli esperti meteo indicano che il ciclone mediterraneo potrebbe trasformarsi addirittura in un uragano di categoria 1, con venti oltre i 100 chilometri orari ed intense mareggiate sulle coste. Un fenomeno chiamato "Medicane" (l’unione tra le parole inglesi Mediterranean hurricane, letteralmente "uragano del Mediterraneo", ndr) che rischia di colpire nuovamente le province della costa ionica. 

“Se ciò dovesse concretizzarsi il maltempo diventerà davvero ancora pesante soprattutto sulla Sicilia centro-orientale, settentrionale e poi sulla Calabria ionica, che verranno sferzate da venti tempestosi, piogge battenti e insistenti per oltre 24-48 ore tutta la sua violenza sull’isola e sulla Calabria ionica”, dicono da iLMeteo.it. “Se giovedì pioverà diffusamente soltanto sulla Sardegna, sarà venerdì la giornata cruciale nella quale il possibile Medicane, posizionato proprio sulla Sicilia, scatenerà tutta la sua violenza sull’isola e sulla Calabria ionica. Il resto d’Italia invece è riparato dall’alta pressione”.



Nelle due Regioni, intanto, i produttori agricoli stanno valutando i danni con la zona centrale di produzione dell'arancia rossa siciliana - la piana di Catania - che è sicuramente la più sfortunataTanto che la Sicilia, nella giornata di ieri, ha deliberato lo stato di emergenza regionale per chiedere al Governo centrale il riconoscimento dello stato di calamità nazionale.

Elena Albertini, vice presidente del Consorzio di tutela Arancia rossa di Sicilia Igp, sottolinea: "Dobbiamo aspettare la fine del ciclone prima di poter cominciare la conta dei danni, ma fin da ora possiamo dire che nelle zone vocate alla coltivazione dell'arancia rossa ci sarà bisogno di sostegni concreti e immediati da parte delle istituzioni per aiutare tutti gli imprenditori a rialzarsi e per far si che catastrofi di tali dimensioni siano attenuate, in futuro, da una corretta gestione del territorio, delle opere idrauliche e degli invasi”.

“Il mio pensiero, la mia vicinanza e quella di tutto il Consorzio vanno a quanti in queste ore hanno subito danni alle aziende, alle abitazioni e soprattutto alle famiglie che hanno avuto perdite in vite umane".



Dalla Calabria Alfredo Marchese, direttore dell'Op Esperia di Catanzaro, rileva invece che la "pioggia caduta nei giorni scorsi è stata abbondante, ma non si sono verificati pesanti allagamenti come quelli visti a Catania. Qualche problema lo abbiamo avuto nelle zone costiere sia della fascia ionica, fra le province di Crotone e Catanzaro, sia della fascia tirrenica che va da Campora San Giovanni fino a Pizzo, comprendendo quindi anche l’area di produzione della Cipolla rossa di Tropea Calabria Igp. Alcuni dei nostri agrumeti e terreni dedicati a cipolle – prosegue Marchese – sono finiti sott’acqua, ma i possibili danni sono tutti da verificare. E non è detto che ci siano. Può essere che l’acqua drenerà senza creare problemi, in quanto i suoli sono prevalentemente sabbiosi. La situazione potrà essere valutata nel giro delle prossime due settimane”.

“Il maltempo dei giorni scorsi non ha danneggiato le nostre produzioni di cipolle. Stiamo continuando a lavorare senza nessuna difficoltà”: questa la testimonianza Natale Santacroce, responsabile della gestione e della produzione del Gruppo Santacroce, tra soci produttori più importanti del Consorzio di tutela Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp. “Ad oggi non si registrano particolari criticità per la cipolla. Anche perché le operazioni di trapianto in campo aperto sono appena iniziate - conferma il presidente dello stesso Consorzio, Giuseppe Laria - La situazione da gestire sarebbe sicuramente più complicata se fossimo nei mesi di febbraio o marzo”. In vista delle prossime 48 ore, la parola d’ordine è comunque soltanto una: speranza.

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