Spreafico finisce nella bufera

Indagine per caporalato. L'azienda: «Nessun commissariamento, sequestrati 3 milioni e non 6»

Spreafico finisce nella bufera
Spreafico Francesco e F.lli finisce nella bufera: venerdì i primi lanci di agenzia con la notizia dell'azienda che sarebbe coinvolta in un'indagine per caporalato, poi articoli sui giornali e servizi sul Tg. L'impresa, da parte sua, con un comunicato a firma del presidente Ferdinando Spreafico diramato nel tardo pomeriggio di venerdì, "smonta" gran parte delle accuse contenute nei vari articoli: "Nelle ultime ore si sono diffuse notizie false e fuorvianti rispetto ad un presunto coinvolgimento di Spreafico in un procedimento penale per caporalato e riguardo al commissariamento della società", si legge nelle prime righe.

Poi, la ricostruzione della vicenda da parte della società con direzione a Dolzago: “In data odierna abbiamo ricevuto dal Tribunale di Milano una notifica in cui si rendeva noto che, in seguito a un’inchiesta per caporalato a carico degli esponenti delle cooperative Consorzio Lavoro Più e Consorzio Servizi Integrati, ex fornitori di logistica della nostra società, è stato nominato un amministratore giudiziario che avrà il compito di verificare i rapporti con le società di logistica che collaborano con il nostro gruppo. Spreafico quindi non è stata commissariata e continua a operare con regolarità nella sua quotidianità". In sostanza, secondo quanto riporta l'azienda, il Consiglio di Amministrazione Spreafico (che ha recentemente accolto due nomi di prestigio, quelli di Mutti e Gallavotti) rimane in carica e continua il suo lavoro.


L'Ad Raffaele Spreafico (a destra) con il marketing manager Mattia Menni a Fruit Attraction

Le indagini nascono in seguito a una serie di scioperi attuati dai lavoratori delle due cooperative nel 2020: "Ma le coop Consorzio Lavoro Più e Consorzio Servizi Integrati non facevano e non fanno parte della realtà societaria del gruppo Spreafico", puntualizza il comunicato stampa.

Spreafico - tiene a precisare la Spa lombarda "non è accusata del reato di caporalato e la nomina dell’amministratore giudiziario trova ragione proprio nella stessa terzietà della società rispetto alle cooperative indagate per questo illecito; è una misura dovuta e circoscritta di prevenzione. Abbiamo piena fiducia nell’operato del nostro sistema giudiziario e nel professionista incaricato”.

Quanto alla notizia di un sequestro di denaro, la nota di Ferdinando Spreafico precisa che "ciò è disancorato dal provvedimento del Tribunale di prevenzione e ammonta a circa 3 milioni di euro, non 6 milioni come descritto a livello mediatico: è stato gestito con le disponibilità finanziarie dell’azienda e siamo certi che verrà riconosciuto il corretto operato della Spreafico". Il provvedimento, di natura fiscale - conclude la nota - "non avrà nessuna conseguenza sul normale proseguimento delle nostre attività e la gestione dei rapporti con clienti e fornitori".

Copyright 2021 Italiafruit News