«Terra Mia Italia» per il futuro dell'agroalimentare

«Terra Mia Italia» per il futuro dell'agroalimentare
Terra Mia Italia è il presente ed il futuro del settore agroalimentare. Anticipa ciò che nei prossimi anni succederà e soprattutto è garanzia di qualità per il consumatore finale e la grande distribuzione. Il progetto, già partito, è innovativo e sta immettendo i primi prodotti sul mercato. E’ nato dall’esperienza di Marco Bellucci, presidente della nuova realtà, dal 1985 consulente di settore e impegnato in più ruoli, in Italia e all’estero, nella valorizzazione dei prodotti nazionali.  
Terra Mia Italia è un progetto che si basa su di un contratto di rete che associa circa 400 aziende del territorio italiano, Op e cooperative nazionali, con la formula del Contratto di rete, figura giuridica che risale al 2009, normata con Legge del 9 aprile. 

Qualità, eccellenza delle aziende produttrici, tracciabilità dei prodotti, certezza delle transazioni, tutela del “Made in Italy e del Made By Italy”, dialogo diretto tra produttori e Gdo, servizi agli Associati…ciò che avete sempre voluto. 
Le parole guida del progetto sono Blockchain, guerra all’Italian Sounding, Marcatori del Dna, legate inscindibilmente l’una all’altra. 

Tutto si muove attraverso una Blockchain. Cosa vuol dire? “Si tratta di un libro mastro digitale decentralizzato che presenta diversi vantaggi. Il primo è la creazione di un eco sistema poiché offre la visione di ogni singola transazione commerciale a tutti gli attori coinvolti. Il secondo è la sicurezza delle informazioni. Ogni transazione che avviene sulla rete è registrata e quindi immutabile nel tempo. Il terzo è la tracciabilità del prodotto, che permette in ogni istante di ripercorrere il suo percorso su tutta la filiera produttiva. A tal proposito vengono generate etichette Qr Code dei prodotti creati all’interno dei lotti che permettono a clienti e consumatori finali di sapere la vera storia degli stessi. Ciò è convalidato dall’utilizzo dei Marcatori del Dna, veri e propri rivelatori del Dna dei prodotti. Il quarto è l’ausilio delle Io T, ovvero l’impiego di tecnologie di avanguardia per il controllo della merce, vedi per esempio i sensori di temperatura per il trasporto di merce surgelata in celle frigorifero. Terra Mia Italia è proprietaria della piattaforma White Label che genera gli account degli Associati. Ognuno ovviamente ha il proprio”. 

In primo piano, dunque, e in un momento molto delicato, anche la tutela del Made in Italy e Made By Italy?: “Assolutamente – prosegue Marco Bellucci – ed è un tema per il quale mi batto dall’ormai lontano 2004 quando lavoravo in America e mi trovai davanti ad una serie di prodotti creati in Messico e spacciati per italiani. Gusto terribile e contraffazione palese. Di lì prese forma il desiderio di difendere le nostre aziende e i nostri prodotti. Della difesa del 'Made in Italy e del Made by Italy' non basta parlare, anche a livello politico, bisogna farla. I fenomeni della contraffazione e dell’Italian sounding (ancora più subdolo) sono sempre più presenti e sottraggono fatturati enormi alle nostre aziende. Solo nel Food and beverage il giro d’affari è di 90 miliardi l’anno, vale a dire quasi tre volte il nostro export di settore. Negli anni sono stati molti i tentativi di difesa delle nostre produzioni ma ad oggi esistono ancora il Parmesan Made in Wisconsin o anche l’Asiago e il Gorgonzola made in Usa. L’Italian Sounding è un fenomeno mondiale di grande rilevanza: negli Usa e in Canada sono imitazioni il 97 % dei sughi, il 94% delle conserve e il 76% dei pomodori in scatola. Pochi giorni fa presso la Sala degli Arazzi del Ministero dello Sviluppo Economico e alla presenza del Ministro Stefano Patuanelli è stato illustrato il progetto pilota 'La Blockchain per la tracciabilità del Made in Italy' che ha come obiettivo la tutela dei prodotti italiani all’estero. Lo strumento per combattere il problema dunque esiste e si chiama Blockchain, a disposizione dei produttori e dei consumatori attenti che fotografando il Qr code sulla confezione potranno conoscere tutto di una referenza. Abbinato al fondamentale utilizzo dei Marcatori del Dna, di cui si è detto in precedenza. Di qui un accordo con una Confederazione Sindacale Nazionale al fine di presentare a tutti i presidenti regionali la volontà di effettuare test su alcuni prodotti, vedi sua Maestà il Prosecco oggi attaccato dal Prosek o similari. Non lo consentiremo e a tal proposito siamo già operativi con un’azienda produttrice del Prosecco (Valdobbiadene Superiore docg) per un percorso comune di difesa e univoca caratterizzazione con la Blockchain”. 

Quali gli obiettivi di Terra Mia Italia?: “Dare maggiore marginalità alla produzione e valore aggiunto alla Grande Distribuzione (Gdo) – afferma Marco Bellucci – e ciò sarà possibile perchè per la prima volta la produzione si è strutturata per avere un rapporto diretto con la grande distribuzione ed essere veramente protagonista del suo operato, saltando figure intermedie della filiera che non fanno che aumentare i costi finali del risultato del proprio lavoro”. 

Parliamo delle caratteristiche dei prodotti: “Si tratta di prodotti ricercati e di grande qualità, i top di gamma, risultato di un meticoloso lavoro di selezione, destinati ad un pubblico attento e alla grande distribuzione capace di sposare questa filosofia operativa. Il Marchio garantisce la qualità di sistema, l’autenticità e la qualità di prodotti agroalimentari italiani. Terra Mia Italia identifica e valorizza la provenienza di prodotti le cui qualità sono legate indissolubilmente all’ambiente geografico di provenienza, compresa la produzione”. 

Quali sono le piattaforme operative di Terra Mia Italia?: “Sono distribuite in tutta la Penisola. Si parte dalla Lombardia (San Giuliano Milanese) e si arriva fino alla Sicilia, con i punti di riferimento di Pachino e Vittoria e alla Sardegna. In Calabria, risalendo lo stivale siamo presenti a Locri, Corigliano, San Ferdinando, Rosarno e Sila. In Basilicata a Metaponto. In Puglia a Bari e Barletta. Nel Lazio in zona Agropontino e in Umbria a Perugia”.   
A disposizione degli associati ci sono anche dei servizi di internazionalizzazione. Ce ne parli?: “Lo Sportello Internazionalizzazione di Confindustria Reggio Calabria ha l’obiettivo di accompagnare le aziende in un percorso di ingresso o di consolidamento della propria presenza sui mercati esteri, attraverso un’ampia offerta di servizi e attività che vanno da un Export Check up all’apertura dei desk virtuali presso le Camere di Commercio Estere. Così il supporto per l’accesso ai finanziamenti, e in primo piano anche l’assistenza tecnica su materie inerenti gli scambi con l’estero. Ed ancora il Digital Export attraverso gli strumenti del Digital Marketing”.  

Si parla anche di Nutrinform Battery. Cosa significa?: “Permettere al consumatore di fare una spesa intelligente, conoscendo la percentuale assunta di energia e dei singoli nutrienti anche in funzione delle diverse grammature dei prodotti. Non si tratta di consumare meno ma farlo con maggior consapevolezza e a tutela della salute”. 

A quando il via al progetto e con quale prodotto?: “Siamo già partiti con l’uva. A novembre passeremo agli agrumi e poi a tutta la gamma di prodotti. Dai fichi alle antiche varietà di frutti dimenticati; dai già citati agrumi alle cucurbitacee; dalle drupacee alle fragole; dalle lattughe agli ortaggi; dalle patate della Sila al settore bio. Un grande lavoro – conclude Marco Bellucci - è stato fatto ormai da quattro mesi con le ciliegie delle Puglie”.

Fonte: Ufficio stampa Terra Mia Italia