Uva a residuo zero, al via la raccolta per la Op Palmieri

Il presidente: attesi grappoli di buona qualità, speriamo che il mercato li valorizzi

Uva a residuo zero, al via la raccolta per la Op Palmieri
E’ in partenza questo weekend la raccolta dell’uva a residuo zero della Op Palmieri di San Ferdinando di Puglia (Bat). La sfida del residuo zero, di cui abbiamo già parlato nei mesi scorsi (clicca qui per approfondire) vuole offrire al consumatore un prodotto totalmente salutare e privo di pesticidi, fungicidi ed erbicidi.



“L’impianto è già entrato in produzione l’anno scorso e quest’anno ci attendiamo volumi pari a circa 9 mila quintali – spiega a Italiafruit News il presidente della Op Alessandro Palmieri -  si tratta di un’avventura difficile ma credo davvero interessante, che ci permette di ottenere un prodotto genuino”.
E aggiunge: “Abbiamo dedicato 27 ettari all’uva residuo zero e per i prossimi anni pensiamo di aumentare ancora le superfici. Al momento siamo in produzione solo con la varietà Italia ma prossimamente inseriremo anche altre cultivar”.



Una particolare attenzione è riservata dall’azienda alla gestione dell’impianto e allo sviluppo di nuove pratiche agronomiche, come l’apporto di azoto organico e l’inerbimento per migliorare la fertilità del suolo. “Abbiamo sviluppato queste pratiche negli anni e, nonostante richiedano costi di gestione più alti rispetto alle pratiche tradizionali, ci permettono di non avere problemi a livello fitosanitario per le piante” sottolinea il presidente.

In vigneto vengono utilizzati insetti utili e confusori sessuali, il tutto nel pieno rispetto della natura. A parità di estensione, gli impianti a residuo zero producono meno rispetto a quelli tradizionali: “Parliamo di una riduzione di volumi del 30% - commenta Palmieri - una perdita che speriamo di recuperare nel valore aggiunto del prodotto e nei prezzi”.



Considerata l’annata dal clima favorevole e la quasi totale assenza di pioggia, i frutti si presentano di buona qualità e sono positive le prospettive dei mercati. “Crediamo che i consumatori siano pronti per i frutti a residuo zero – dicono da Op Palmieri – la tendenza oggi è di mangiare sempre più sano, scegliendo prodotti biologici e a residuo zero. C’è attenzione nella ricerca dei prodotti e la comunicazione è sempre più attenta a questi trend. Ora dobbiamo solo stare attenti ad offrire un prodotto alla portata di tutti, considerato che le quotazioni dell’uva a residuo zero sono il 30% più alte rispetto a quelle dei grappoli tradizionali”.



L’uva a residuo zero di Op Palmieri è distribuita in confezioni da 750 grammi realizzate in cartoncino e coperchio trasparente Rpet. “La scelta del coperchio trasparente ci permette di mostrare l’ottima qualità del prodotto – afferma Palmieri - Dal prossimo anno penseremo anche a nuovi materiali compostabili come cartoncino e Flowpack. Siamo ancora in fase di studio perché i prezzi delle materie prime sono schizzati alle stelle e dobbiamo stare attenti a non andare fuori costo”.

La raccolta di uva a residuo zero terminerà verso dicembre, tempo permettendo. “Siamo fiduciosi – concludono dall’azienda – perché rispetto ad anno scorso, le uve oggi sono molto più sane”.

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