«La cimice asiatica sta massacrando le nostre pere»

Il produttore modenese Tondelli (Cipof): «Trattare non serve. Danni su tutte le varietà»

«La cimice asiatica sta massacrando le nostre pere»
Piove sul bagnato per i produttori pericoli di tante zone d’Italia. Nelle ultime settimane, infatti, la cimice asiatica si è ripresentata con tutta la sua potenza riproduttiva e sta devastando alcuni frutteti. 

“Non disponiamo di armi chimiche per difenderci. Abbiamo fatto tutti i trattamenti consentiti dai disciplinari di produzione integrata, ma l’insetto ci sta comunque massacrando”: questa la testimonianza di Maurizio Tondelli – socio della cooperativa Cipof – che coltiva sei ettari di pere a Cavezzo, nella pianura del Modenese.


Cimice asiatica mentre si nutre di un frutto della varietà Abate

“La cimice asiatica aveva colpito gravemente già a marzo-aprile i giovani frutteti di Abate Fetel, al secondo e terzo anno di età, che coltiviamo su circa mezzo ettaro. I danni stanno aumentando col passare delle settimane: notiamo, infatti, una elevata incidenza di frutti già malformati nei vecchi impianti di Kaiser e William. Neppure la varietà Conference è risparmiata. Quest’anno sarà veramente difficile riuscire a consegnare pere di qualità decente”.

L’ultima riunione dei soci della cooperativa Cipof, tenutasi domenica 25 luglio, ha restituito una fotografia deprimente sulle previsioni produttive per la stagione pericola. Sono attesi infatti solo 10-15mila quintali, in netto calo rispetto agli standard normali di 50-60mila quintali. “Non bastava il gelo tardivo e l’alternaria. Le popolazioni di cimice asiatica sono tornate a essere largamente presenti all’interno dei pereti di ogni varietà e stanno compromettendo la produzione rimasta sulle piante dopo le gelate. Non possiamo fare niente per proteggere i frutti. E’ una situazione disastrosa, una calamità per la nostra azienda e gli altri produttori della zona”.


Danni su William

Tondelli confidava sulla vespa samurai, antagonista naturale lanciata nell’estate 2020 e nelle scorse settimane proprio nelle vicinanze dei propri appezzamenti situati nella frazione di Disvetro.

“Non si notano cambiamenti da quando le vespe samurai sono state immesse nel nostro ambiente - conclude - Forse ne sono state introdotte troppo poche, forse non sono sopravvissute ai trattamenti... Resta il fatto che per gli esperti ci vorranno altri 2-3 anni per trovare un equilibrio naturale. Se però la cimice asiatica andrà avanti così, a mio avviso, ce ne vorranno molti di più. Il problema è che noi produttori di pere non abbiamo più tempo per aspettare”.


Danni su Conference
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