Fico d'india Primofiore, a fine mese i primi stacchi

Paolo D’Angelo (Catania): le tecnologie di lavorazione favoriscono i consumi

Fico d'india Primofiore, a fine mese i primi stacchi
Inizieranno a fine mese i primi stacchi dei fichi d’india Primofiore all’azienda agricola Paolo D’Angelo situata sulle colline di San Cono (Catania). A questi frutti l’azienda dedica 50 ettari, principalmente coltivati con la varietà dei bastardoni, ma anche al Primofiore e alle varietà sulfarina (gialla) e sanguigna (rossa).



“La nostra zona collinare è estremamente vocata per la coltivazione di questi frutti – spiega a Italiafruit News il titolare dell’azienda Paolo D’Angelo – e dopo i primi stacchi di fine mese andremo avanti fino a novembre e oltre. L'anno scorso per esempio, abbiamo continuato la raccolta fino a fine marzo”.
E aggiunge: “Quest’anno la campagna non è ottimale per via degli sbalzi termici: con le temperature troppo calde, le fioriture non sono state omogenee. Capita che le piante negli appezzamenti più collinari siano più ‘cariche’ di quelle più a valle”.


Paolo D'Angelo

Nonostante le conseguenze degli sbalzi termici, le piante del Primofiore – come testimonia il produttore - presentano pezzature grosse e caratteristiche organolettiche ottimali.
Una volta raccolti, i fichi d’india vengono stoccati nelle celle frigo fino a 20 giorni e, sia la lavorazione che il confezionamento avvengono all’interno dell’azienda. “Abbiamo un capannone allestito con impianti di lavorazione, pulizia e refrigerazione – dice il produttore – tra cui un macchinario di ultima generazione di Unitec: siamo molto soddisfatti per quanto ci semplifichi il lavoro. Il fico d’india è un frutto difficile da lavorare ma, grazie anche alla continua collaborazione con i tecnici Unitec, da oggi abbiamo un alleato in più per decretare il successo di questo prodotto”.



Il business principale dell’azienda è rappresentato dai mercati esteri (a cui viene distribuito il 60% della produzione) e la restante parte in Italia. “Esportiamo in Inghilterra, Olanda, Francia e Germania con il marchio ‘Deliziosa tentazione di Sicilia’ – specifica D’Angelo – mentre per il mercato italiano usiamo il nostro marchio ‘D’Angelo’. All’estero questo frutto si conosce già da tempo, è considerato una prelibatezza ed è più facile commercializzarlo. Negli ultimi anni anche i consumatori italiani sono cresciuti esponenzialmente, anche grazie alle nuove tecnologie che permettono un consumo più facile, senza buccia o residui di spine”.



Buoni gli auspici per il futuro: “Entro il 2025 vorremmo aumentare del 10% la superficie dedicata ai fichi d’india” conclude D’Angelo.
Oltre ai fichi d’india, l’azienda coltiva anche sei diverse cultivar di albicocco su 20 ettari di terreno.

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