Finger Lime, una nicchia in costante crescita

Lo produce l’azienda Caviale dell’Etna (Catania) in un percorso di sperimentazione continua

Finger Lime, una nicchia in costante crescita
Da una tesi di laurea sul finger lime a un’azienda di 10 ettari interamente dedicata a questa coltura. E’ la storia di Corrado Massimino, dottore agronomo e titolare dell’azienda Caviale dell’Etna di Catania.
In un percorso decennale, Massimino ha imparato dapprima a conoscere da vicino questi frutti nei loro ambienti naturali come l’Australia mentre oggi, dopo anni di sperimentazione, ha iniziato a diffonderne una vera e propria letteratura.



“Coltiviamo sia la varietà Faustrime che è un frutto californiano ibridato con il lime, quindi rifiorente e presente tutto l’anno e di cui stiamo facendo un raccolto abbondante – spiega il produttore a Italiafruit News – oltre a pregiate cultivar europee denotate dai frutti tondi ed australiane dai frutti allungati e coloratissimi (Alstonville, Pink Ice, Byron Sunrise). Queste ultime varietà sono ora in fase di maturazione e inizieremo a raccoglierli a fine luglio per arrivare ad autunno inoltrato”.



La raccolta avviene su misura, a seconda degli ordini ricevuti. “Lo raccogliamo in giornata perché più rimane sulla pianta e più si mantiene – specifica l’agronomo – una volta raccolti questi frutti riescono a mantenersi nelle celle frigorifere sui 6-7 gradi centigradi e con un livello di umidità bassissima per una quarantina di giorni massimo”.

L’impianto è perfettamente diviso in settori tra serre, screen house e pieno campo. “Siamo sempre alla ricerca del miglior ambiente per queste coltivazioni e per la maggior parte non usiamo prodotti chimici – sottolinea Massimino – ogni anno che passa le piante si comportano in maniera diversa e cambiano le loro condizioni, è un lavoro che richiede tantissima attenzione e, soprattutto, passione”.
E continua: “Al di là del fondamentale aspetto commerciale, sto cercando di reperire più informazioni possibili per capire le esigenze delle piante e non andare incontro ad alternanze di produzione”.



Le coltivazioni sono dislocate su diverse zone geografiche sempre in prossimità dell’Etna: “Quelle più vicine al mare hanno vantaggi a livello termico perché maturano prima ma rimangono indietro nella pigmentazione, mentre in altre zone la pigmentazione è favorita da una maggiore concentrazione di antociani”.

Com’è l’andamento commerciale di questi frutti? “Da quando ha riaperto il canale della ristorazione, il nostro principale target, le vendite del finger lime vanno benissimo e i prezzi sono alti – dice il titolare – fin da subito c’è stata voglia di ripartire e in molti hanno cercato un prodotto di nicchia come il nostro. Al momento c’è ancora poca concorrenza quindi siamo esenti dalla crisi. Oltre al canale Horeca, vendiamo il nostro ‘caviale’ anche alla cosmetica e lo esportiamo in tutto il Nord Europa, in America e negli Emirati Arabi”.



Se l’azienda commercializza tutto il prodotto fresco con il marchio “Caviale dell’Etna”, per i prodotti trasformati è stato creato il brand Mr. Bontà che racchiude l’amaro Caviamar e la composta di finger lime.
Fondamentale l’idea di inserire il simbolo dell’Etna nel marchio aziendale: “Richiama l’attenzione di tantissimi turisti e dei Paesi esteri, è sinonimo di bontà e qualità e la nostra pagina facebook e instagram ci aiutano a diffondere questo messaggio” conclude Massimino.

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