Cipolla rossa di Acquaviva nella morsa di furti e siccità

Il referente del presìdio Slow Food lancia l'allarme. E la produzione è quasi dimezzata

Cipolla rossa di Acquaviva nella morsa di furti e siccità
La Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti è stretta in una morsa. Da una parte il clima, che ha minato la produttività della tipica coltura pugliese; dall'altra i ladri, che sono tornati a prendere di mira i gustosi bulbi. E le cipolle rubate direttamente dai campi finiscono poi per alimentare il mercato nero, danneggiando così doppiamente i produttori impegnati nella conservazione e nella valorizzazione di questo pregiato ortaggio.

A tracciare questo quadro con Italiafruit News è Vito Abrusci, referente del presìdio Slow Food della Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti. "La storia si ripete, quest’anno con la beffa: siccità e furti importanti in quantità", dice sconsolato il produttore.



La raccolta della Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti è iniziata ieri mattina nelle campagne del Barese. "Stimiamo una riduzione di un 40-50% rispetto ai volumi consolidati - osserva il referente di Slow Food - Ma anche i furti incidono in maniera significativa. Non è un fenomeno nuovo, ma davanti a una campagna avara di volumi il danno si fa sentire ancora di più. I controlli nei campi sono praticamente inesistenti".



Ma anche le verifiche nella rete commerciale sono quasi pari allo zero secondo Abrusci. "Sul territorio ci sono venditori improvvisati, dove la tracciabilità del prodotto e dei pagamenti non si sa che cosa sia. Si parla tanto di sicurezza sul lavoro, di lavoro nero, di contrasto all'evasione... Ma poi a pagare sono sempre i soliti noti".

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