Un reparto ortofrutta da Oscar

Viaggio all'interno di Maestoso, il primo Superstore di Finiper ai raggi X

Un reparto ortofrutta da Oscar
Maestoso di nome e di fatto. Il nuovo esperimento di Finiper, sorto sui resti dell’omonimo cinema del centro di Monza chiuso nel 2006, si presenta con un reparto ortofrutta - è proprio il caso di dirlo - da film. Maestoso non è un classico ipermercato, né un supermercato, piuttosto è un grande mercato caratterizzato da un’importante presenza di freschi e freschissimi, che aggrega diverse esperienze d’acquisto. E proprio per queste sue peculiarità non potevamo non far visita al primo esperimento di Superstore sotto l’insegna Iper La grande i.


 
“Per arrivare a questo risultato, fortemente voluto dal nostro patron Marco Brunelli - spiega il direttore Ivano Cuozzo - c’è voluto più di un anno di studio. Per prima cosa abbiamo esaminato i grandi mercati europei, come quelli di Madrid e Barcellona, poi, grazie al nostro know-how su freschi e freschissimi, abbiamo compresso il tutto in una struttura ridotta. L’idea è stata proprio quellA di ricreare un grande mercato rionale con strutture basse, per avere in ogni punto la visione d’insieme sull’intero negozio, senza percorso obbligato. Questo dà libertà di movimento al cliente, in modo che non si perda neanche una delle nostre piazze dei freschi, che occupano la metà della superficie di vendita. In questo negozio il cliente può trovare tutto ciò che è disponibile nei nostri Ipermercati tradizionali”.


   
“Il Maestoso - continua il direttore del punto vendita - è composto da tre livelli: piano terra, primo piano e secondo piano, per un totale di 3200 metri quadri. La struttura è suddivisa tra il “il Mercato”, ovvero il superstore al piano terra (1800mq), poi salendo al primo piano troviamo “La Corte” (1000 mq) ovvero un’area dedicata alla ristorazione e suddivisa in sei diversi corner per interesse culinario (verdura, pasta, salumi e formaggi, carne e pesce, pizza-hamburger-birra, vino) ed infine, all’ultimo piano, un’area di 400mq dedicata a mostre e feste private. Da qui è possibile avere una bellissima visione d’insieme dell’intera struttura, un link per far capire al cliente che in tutte le diverse aree troverà prodotti tali e quali o preparati sul momento”.


 
Gli ambienti sono curati in ogni minimo particolare, partendo dalla luce naturale che filtra attraverso le grandi vetrate ai lati della struttura, permettendo ai passanti di vedere anche di notte quello che accade all’interno, come ad esempio la lavorazione del pane. I materiali utilizzati sono naturali: vetro, ferro e legno. La comunicazione è semplice e leggera, sopra ogni reparto ci sono delle grandi lavagne che inquadrano le merceologie proposte (i fiori, il vegetale, il pane), perfette per la signora Maria.



Venendo al layout del reparto ortofrutta (15% dello store), fulcro da cui nasce il negozio, troviamo delle strutture uniche nel loro genere: quattro grandi isole a bancarelle in legno che ricordano quelle dei mercati rionali, sulle quali sono adagiati i prodotti di prima gamma sia sfusi che confezionati. Oltre a questo spazio centrale, ci sono tre banchi a temperatura controllata, uno assistito per la preparazione di frullati e macedonie, e altri due a libero servizio con quarta-quinta gamma.



 
Il reparto si compone di 290 referenze di ortofrutta di prima, quarta e quinta gamma, 250 di frutta e vegetali secchi e 25 di aromi. Da evidenziare come l’offerta di quarta e quinta gamma sia al 100% a marca del distributore; la quarta gamma a marchio “Iper”, mentre piatti pronti e zuppe a marchio “il Viaggiator Goloso”. Infine è previsto in testata di gondola l’angolo del biologico, grazie alla partnership stretta con Almaverde Bio. “La proposta - spiega a Italiafruit News Daria Torrisi, responsabile del reparto ortofrutta - è molto incentrata sull’italianità, oltre il 95% dei prodotti sono Made in Italy (ad esclusione dell’esotico e la frutta in contro stagione) e da marzo a luglio l'offerta si integra anche con prodotti locali. Uno dei nostri punti di forza sono i fiori: il banco è assistito, specialmente durante le ricorrenze e festività in cui vengono create composizioni floreali e bouquet di fiori".



Infine, per concludere il tour, arriviamo alle casse, 8 tradizionali e 8 self-service. Anche qui ci sono delle novità: sono state studiate appositamente per questo negozio e lo si capisce dalla base che richiama sempre le bancarelle in legno. Ma la vera peculiarità è che sono tutte “reversibili”, quindi possono essere sia self-service che con addetto, e tutte con pagamento automatizzato. Questo vuol dire che l’operatore non deve più toccare il denaro.

Durante la pandemia, sia nella prima che nella seconda ondata, le grandi strutture periferiche sono state svantaggiate come afflusso di clientela. "Nel nostro negozio – sottolinea il direttore – è avvenuto solo per la parte di ristorazione, mentre quella del superstore non ha subito ripercussioni, essendo localizzato in città. Inoltre, per venire incontro ai nostri clienti in questo particolare periodo, abbiamo raddoppiato la maggior parte delle referenze di ortofrutta di prima gamma sfuse, proponendole anche confezionate. Questo nell’ottica di dare il migliore servizio ai clienti, agevolandone la velocità di spesa anche considerando l’abbassamento della frequenza di acquisto durante il lockdown, a fronte di un’impennata della penetrazione scontrino (cresciuta da una media del 50-55% del periodo pre-lockdown a una media del 70% durante la pandemia, con punte anche dell’80%). Come anticipato, “durante il lockdown abbiamo sofferto con la ristorazione. Ad esempio, in primavera con le prime chiusure, abbiamo dovuto chiudere tutte le aree di ristoro, che per noi incidono il 15% del fatturato complessivo. È andata meglio durante la riapertura estiva, ma da settembre - conclude il direttore del negozio - con i primi casi ed i primi focolai, ci sono state punte del -50% sui posti occupati”.



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