Spagna, i mandarini restano sulle piante

I produttori catalani denunciano gli acquirenti: non raccolgono. Eleuteri: serve innovazione

Spagna, i mandarini restano sulle piante
Quarantamila tonnellate di mandarini rischiano di rimanere sulle piante, in Spagna. Non per questioni di basso prezzo o problematiche fitosanitarie: semplicemente, per il mancato rispetto dei contratti da parte delle imprese acquirenti che dovrebbero occuparsi della raccolta degli agrumi. I produttori possono provvedere in proprio, ma il rischio è che non recuperino l'investimento effettuato.

La denuncia arriva dall'Unione degli agricoltori Unió de Pagesos e fa riferimento alla situazione che stanno vivendo molti agrumicoltori delle Terres de l'Ebre, in Catalogna; sono soprattutto i produttori individuali, non collegati ad associazioni o cooperative, a soffrire la situazione, che in alcuni casi riguarda fino al 70% della produzione. Il danno a livello di reddito potrebbe superare i 7 milioni di euro.


"E' un fenomeno che può manifestarsi quando il produttore vende la merce con raccolta a carico dell’acquirente", spiega l'imprenditore Marco Eleuteri, che ben conosce il contesto iberico. "Se il mercato è pesante la raccolta procede lentamente... E, soprattutto in condizioni climatiche avverse, il compratore può rifiutarsi di raccogliere per colpa degli scarti eccessivi". Negli ultimi tempi le dispute legali per dirimere contenziosi di questo tipo si sono moltiplicate

Il fenomeno interessa anche l'Italia, spiega Eleuteri, che fa riferimento alle clementine: "La varietà Comune risente molto delle avversità climatiche e pesa ancora per oltre il 90% sul totale coltivato; ogni anno molti frutti restano sulle piante. In Spagna, dove grazie all’innovazione varietale degli ultimi 15 anni l'incidenza della vecchia Clemenules è sceso al 65-70%, va un po' meglio, il prodotto è più competitivo".
 


Il raccolto di agrumi in Catalogna in questa campagna è stimato, secondo le statistiche del Dipartimento di Agricoltura, Bestiame, Pesca e Alimentazione in 183.300 tonnellate; di queste, 141.700 appartengono al gruppo dei mandarini.

Il problema denunciato dal sindacato offusca peraltro quello che l'Unione spagnola definisce un buon momento della campagna agrumicola: i prezzi di arance e mandarini si stavano evolvendo positivamente complice la domanda interna vivace, "stimolata" dal Covid. Una beffa, tanto più se si considera che le importazioni da Paesi extra Ue come Egitto e Sud Africa finora sono state inferiori rispetto al recente passato.

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