«Scacco matto all'indipendenza dei Consorzi agrari»

«Scacco matto all'indipendenza dei Consorzi agrari»
"Attraverso un’abile opera di comunicazione, che ha saputo far passare al pubblico ignaro un’astuta operazione speculativo-finanziaria per un’utile barriera allo strapotere delle multinazionali, Bonifiche Ferraresi e alcuni Consorzi Agrari (Consorzio Agrario Centro Sud, Consorzio Agrario dell’Emilia, Consorzio Agrario Adriatico, Consorzio Agrario Tirreno) hanno fondato Cai srl, una società a cui vengono trasferite tutte le attività di servizio all’agricoltura (prima di pertinenza dei soci), la cui creazione non fa che spezzare ogni legame tra i consorzi e il territorio di riferimento". Lo scrive Compag, la Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie, in una nota, nella quale fa appello agli organi di controllo del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) e al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), affinché procedano a un’accurata verifica della vera natura della nuova struttura. 

Secondo la Federazione, infatti, "trasferendo tutte le attività di servizio destinate all’agricoltura in una società completamente distaccata dal territorio e dall’attività dei soci agricoltori, i consorzi tradiscono i principi alla base della loro creazione e vanno contro i requisiti di legge relativi alle cooperative a mutualità prevalente (ove oltre il 50% del business deve essere realizzato per i propri soci) che garantiscono loro dei trattamenti fiscali di favore di cui continuano tuttavia a beneficiare".

"Sono stati numerosi - si legge nel documento di Compag - gli interventi attuati per la creazione di Cai srl: dalla separazione dei rami d’azienda strumentali alle attività di commercializzazione, produzione ed erogazione di servizi e prodotti agricoli (compresi gli immobili, impianti, attrezzature, capitale circolante, personale e relative passività, disponibilità liquide ed una parte del debito finanziario) alla sottoscrizione di un aumento di capitale in Cai srl (attraverso denaro, nel caso di Bf SpA, holding di controllo attiva nella filiera agroalimentare italiana, e mediante il conferimento dei rami d’azienda da parte dei consorzi agrari), dal patto parasociale tra Consorzi Agrari e Bf volto a disciplinare la governance di Cai srl e i diritti delle parti in gioco alla nuova costituzione dei rami d’azienda immobiliare, unitamente all’indebitamento finanziario, da parte dei Consorzi".

"In realtà, secondo la legge n.410/1999 - prosegue la Federazione - che norma le attività svolte dai consorzi agrari, le società di capitali controllate da questi ultimi beneficiano dei vantaggi riservati alle cooperative con mutualità prevalente. Per quanto riguarda la composizione azionaria, la nuova società rispetta (formalmente) il dettame della legge, poiché la titolarità della maggioranza dei diritti di voto esercitabile nell’Assemblea ordinaria resta in capo ai Consorzi Agrari, ma in realtà - in virtù del potere di veto riservato nel patto parasociale a Bf nelle Materie Assembleari Rilevanti e nelle Materie Consiliari Rilevanti - il potere di gestione della società finisce per essere esercitato da Bf poiché viene meno il privilegio della maggioranza dei voti in seno all’Assemblea: secondo i requisiti statutari la partecipazione di Bf non potrà superare la soglia del 49,9%, è vero, ma le delibere dell’Assemblea dei soci aventi ad oggetto Materie Assembleari Rilevanti (quali fusioni e scissioni, aumenti di capitale, modificazioni dell’oggetto sociale, la composizione del consiglio di amministrazione, i poteri dell’Amministratore delegato e del Direttore Generale, destinazione del risultato di esercizio e distribuzione dei dividendi, trasferimento di tutti o di parte dei beni sociali attraverso un’unica operazione o più operazioni tra esse collegate…) potranno essere adottate solamente con il voto favorevole di Bf (a cui è attribuito anche il potere di nominare l’Amministratore Delegato)".

"Alla luce di tutto ciò, come non dubitare che sussistano scopi di lucro?" si chiede Compag. Che conclude: "Venendo a mancare il controllo dei soci sullo svolgimento delle attività della nuova società, non appaiono soddisfatti i requisiti necessari a garantire la natura mutualistica previsti dalla normativa. Da qui l’appello della federazione all’autorità di vigilanza, il Mise, affinché questa proceda a un’ispezione straordinaria per accertare che non siano venute meno le condizioni per cui i Consorzi sono stati costituiti o, in caso contrario, decretare lo scioglimento della società a norma dell’art 2454 del codice civile e dell’art. 12 del dlgs. 220/02".

Nella foto: Fabio Manara, presidente Compag

Fonte: Ufficio stampa Compag